«Il sindaco dichiara che a Novara non c’è un problema di sicurezza, solo una percezione. Ma è lo stesso sindaco che poi ha tolto la delega al suo assessore e l’ha tenuta per sè. La sicurezza invece è un problema e non da sabato scorso: lo è in stazione, in largo Pastore, via XX Settembre, al Parco dei bambini e al centro commerciale. Il 7 aprile si è svolta una commissione proprio sulla sicurezza, abbiamo fatto delle proposte e siamo stati presi in giro».
Il gruppo consiliare del Partito Democratico, in particolare il capogruppo Nicola Fonzo, torna sulla vicenda del rimpasto di giunta che, secondo il primo cittadino Alessandro Canelli, sarebbe scaturito dalla decisione di assumersi la responsabilità della delega alla Sicurezza che era di Raffaele Lanzo.
Nella conferenza stampa di ieri, Fonzo ha ribadito che «in stazione il presidio è insufficiente e tutta l’area è da riqualificare, l’edicola e il bar sono chiusi da anni, non ci sono strisce pedonali, manca l’illuminazione, all’incrocio tra via Leonardo da Vinci e via Visconti c’è il mercato dello spaccio già alle 5 del pomeriggio. Lunedì 15 maggio – ha aggiunto insieme al consigliere Rossano Pirovano – incontreremo il prefetto manifestando le nostre preoccupazioni e abbiamo già chiesto un altro incontro con il questore».
«Mio figlio è adolescente e una sera ha deciso di non uscire perchè sapeva che c’era aria di rissa. La percezione di cui parla il sindaco è una fesseria, solo retorica politica, i fatti dicono altro e sono sotto gli occhi di tutti – ha affermato Cinzia Spilinga -. Ogni volta che lasciamo uno spazio vuoto qualcuno se lo prende. Questa amministrazione sta lasciando troppi spazi vuoti in centro e nelle periferie, si sta dimenticando troppe cose e Novara sta diventando una città non sicura».
«Non basta aprire il castello con gli incontri al Circolo dei lettori o con Nòva che ha un pubblico scelto – ha detto Sara Paladini -. Vanno coinvolte le parrocchie e le periferie. È troppo comodo fare i mercatini e gli street food in centro, bisogna recuperare le zone dimenticate: corso Garibaldi doveva essere la Rambla e invece è vuota; mancano gli autobus nelle ore serali e le bici sono abbandonate ovunque».
«Spero che il primo cittadino si occupi di affrontare il problema della sicurezza attraverso progetti di inclusione e di accoglienza che facciano davvero integrazione – ha continuato Milù Allegra -. Si argina il tema costruendo una comunità pacifica che riconosca a tutte le parti, diritti e doveri e non attraverso azioni e linguaggi bellicosi. Per ciò che riguarda le gang giovanili, non si può derubricare il problema a un fenomeno nazionale, come ho letto su alcune dichiarazioni, ma poniamoci davvero il problema dell’offerta di proposte interessanti per i giovani che possono essere un deterrente rispetto ai fenomeni di delinquenza».
Le considerazioni politiche sul motivo del rimpasto di giunta restano le stesse: «Giordano che cerca di spadroneggiare anche negli eventi pubblici è un’immagine che riporta l’identità della Lega ai livelli più bassi di consenso – ha dichiarato Mattia Colli Vignarelli -. Giordano rispolvera il mito del sindaco sceriffo che con la sua forza risponde alla percezione di insicurezza: una retorica fuori dal tempo e dalla realtà. Faccio fatica a capire come può sentirsi Canelli con l’avvoltoio Giordano sulla spalla. Questo modo di agire dell’amministrazione svilisce la serietà del tema della sicurezza, che rappresenta un’involuzione per cercare di recuperare consenso sulle spalle della città».
«Questo percorso viene da lontano, dal primo mandato, dalla propaganda elettorale che controlla i negozi etnici ma non fa nessuno presidio nei luoghi della movida – ha aggiunto Paladini -. Nasconde i problemi reali della città e la percezione non è di insicurezza ma di un grande fallimento del secondo Canelli: siamo tornati indietro di vent’anni con i toni da ruspe e ronde che persino Salvini ha tolto dal suo vocabolario. I cittadini devono riprendersi la città, non la Lega».
«Giordano non è uno sprovveduto è ha fatto un’operazione politica sotto gli occhi di tutti – ha concluso Pirovano -. Ha lanciato un ultimatum a Canelli e Lanzo l’ha subita, sfiduciando entrambi. Alla fine dei giochi Piantanida è stato contento di aver lasciato le Politiche sociali per la Cultura mentre per Armienti passare dall’Ambiente ai Servizi sociali ed è senz’altro una promozione».
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