Due giorni fa in commissione consiliare il direttore generale dell’ospedale Maggiore, Gianfranco Zulian, ha dichiarato a proposito del bando per la Città della salute e della scienza: «Farò l’impossibile. È verosimile pensare a un’altra proroga e con un eventuale prolungamento degli anni degli anni di concessione». Nella stessa occasione il sindaco Alessandro Canelli si è detto «molto preoccupato per la situazione. In questo momento è giusto fare il possibile per continuare con questa procedura».
Affermazioni che hanno suscitato la reazione del consigliere regionale del Pd e vice presidente della commissione Sanità, Domenico Rossi: «Stanno emergendo con sempre maggiore chiarezza le lacune che hanno portato all’attuale situazione di stallo nell’aggiudicazione del bando per la realizzazione del nuovo ospedale» individuando la responsabilità nelle pregresse decisioni della giunta regionale, in particolare dell’assessore alla Sanità, Luigi Icardi: «Le stesse dichiarazioni di Canelli e Zulian confermano come le scelte della giunta Cirio ci abbiano portato a questo stallo. Mi riferisco in particolare all’atteggiamento di Icardi che a inizio legislatura – in periodo pre Covid, in assenza di aumento dei prezzi, Pnr e Superbonus – decise di mettere in discussione quanto ereditato dalla giunta Chiamparino prima ipotizzando un finanziamento Inail e poi tornando sul Ppp, ma prevedendo la riduzione della durata del canone».
«Proprio quest’ultimo aspetto, la diminuzione dell’orizzonte temporale di gestione, sembra essere determinante – sottolinea Rossi -. Evidentemente la riduzione da 26 a 17 anni descritta dall’assessore come un successo in termini di risparmio alla verifica dei fatti si sta dimostrando un ostacolo insormontabile che ha fatto lievitare i costi dell’opera. Se avessero fatto partire il bando con il piano finanziario del 2019, ereditato dalla precedente amministrazione regionale, oggi staremmo commentando l’avanzamento lavori invece dell’ennesimo rinvio».