Rivolta nelle carceri, Novara in controtendenza

Da Torino a Milano, da Modena a Prato e poi ancora Roma, Foggia, Palermo, Napoli, Alessandria, Vercelli e altri. Dilaga a macchia d’olio la protesta nelle carceri italiane a causa della sospensione dei colloqui, decisa come misura di contenimento al contagio da coronavirus. A Novara nessun problema, grazie anche alla decisione della direzione di estendere le possibilità di comunicazione, via telefono o via Skype, da una a sei volte alla settimana, in pratica tutti i giorni, dal lunedì al sabato, in due fasce orarie, alla mattina o al pomeriggio.

 

 

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«Al momento nessun atto di protesta – conferma la direttrice, Rosalia Marino  – Questa mattina ho incontrato gli agenti e i detenuti di tutte le sezioni. Visto che è un diritto sentire moglie e figli, e a Novara già da tre anni si fanno colloqui anche via Skype, per venire loro incontro ho esteso questa possibilità da una volta la settimana a sei giorni, dal lunedì al sabato».

Potranno dunque scegliere tra l’opzione delle due fasce orarie e delle modalità. Nessuna intemperanza dunque; anzi «sono loro stessi che stanno tutelando i familiari»

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Rivolta nelle carceri, Novara in controtendenza

Da Torino a Milano, da Modena a Prato e poi ancora Roma, Foggia, Palermo, Napoli, Alessandria, Vercelli e altri. Dilaga a macchia d’olio la protesta nelle carceri italiane a causa della sospensione dei colloqui, decisa come misura di contenimento al contagio da coronavirus. A Novara nessun problema, grazie anche alla decisione della direzione di estendere le possibilità di comunicazione, via telefono o via Skype, da una a sei volte alla settimana, in pratica tutti i giorni, dal lunedì al sabato, in due fasce orarie, alla mattina o al pomeriggio.     [the_ad id="62649"]   «Al momento nessun atto di protesta – conferma la direttrice, Rosalia Marino  - Questa mattina ho incontrato gli agenti e i detenuti di tutte le sezioni. Visto che è un diritto sentire moglie e figli, e a Novara già da tre anni si fanno colloqui anche via Skype, per venire loro incontro ho esteso questa possibilità da una volta la settimana a sei giorni, dal lunedì al sabato». Potranno dunque scegliere tra l’opzione delle due fasce orarie e delle modalità. Nessuna intemperanza dunque; anzi «sono loro stessi che stanno tutelando i familiari»

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