«Rosario era un ragazzo timido, non parlava mai delle sue passioni»

Parla la coordinatrice di classe del 18enne che ha perso la vita questa notte in un incidente a San Pietro Mosezzo

«Se c’è un ragazzo che si può definire timido e riservato, ma allo stesso tempo solare e piacevole quello era proprio Rosario. Per lui avevamo grandi progetti. Siamo scioccati da quanto successo, i ragazzi sono distrutti». A parlare è Manuela Oldani, insegnante di inglese del liceo artistico Casorati e coordinatrice della quinta C, la classe che tra pochi giorni avrebbe dovuto frequentare Rosario Raffa, il 18enne che questa notte, 1 settembre, ha perso la vita in un incidente sulla statale tra Novara e San Pietro Mosezzo.

Per motivi ancora da accertare, il giovane ha perso in controllo della sua moto ed è finito fuori strada. È stata un’ambulanza di ritorno da un altro intervento ad accorgersi che il ragazzo si trovava a terra al bordo della carreggiata; i sanitari hanno provato a rianimarlo sul posto, ma il 18enne è deceduto subito dopo l’arrivo in ospedale.

«Spesso si pensa che i ragazzi che frequentano il liceo artistico siano sopra le righe: non è così e nemmeno Rosario lo era, anzi era un ragazzo normale – continua l’insegnante -. Ed era talmente timido che non aveva nemmeno raccontato della sua passione per la musica. So che quest’anno, in modo particolare, aveva iniziato a incidere alcuni pezzi in uno studio di registrazione: credo fosse un modo per cercare l’indipendenza ed esprimersi liberamente».

Rosario era originario di Messina e qualche anno fa si era trasferito a Novara con la mamma, insegnante alle scuole medie di Bellinzago, e il fratello più piccolo: «Era molto legato alla sua terra ed era molto felice ogni volta che poteva tornarci – prosegue Oldani –. Non aveva preso bene il trasloco, tanto da aver scelto una scuola che non era fatta per lui. La mamma, però, l’ha sempre incoraggiato e seguito e gli è stata vicina in modo esemplare. Poi si era trasferito da noi, all’indirizzo di scenografia, scoprendo di avere notevoli doti artistiche: non riusciva a esprimerle a parole, ma con la creatività, in modo particolare con i programmi di grafica. Era l’unico maschio di quindici studenti in una classe molto piccola: le sue compagne sono distrutte; alcune, in questi giorni, dovranno affrontare gli esami di riparazione: non sarà facile per loro, dovremo tenere conto di questa tragedia che ci colpisce tutti. Saremo presenti al funerale e cercheremo di stare vicino alla famiglia per quanto ci sarà possibile».

Rosario lascia la mamma Maria, il papà Giovanni che vive a Milano e il fratello minore Alberto. La data del funerale non è ancora stata fissata.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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«Rosario era un ragazzo timido, non parlava mai delle sue passioni»

Parla la coordinatrice di classe del 18enne che ha perso la vita questa notte in un incidente a San Pietro Mosezzo

«Se c’è un ragazzo che si può definire timido e riservato, ma allo stesso tempo solare e piacevole quello era proprio Rosario. Per lui avevamo grandi progetti. Siamo scioccati da quanto successo, i ragazzi sono distrutti». A parlare è Manuela Oldani, insegnante di inglese del liceo artistico Casorati e coordinatrice della quinta C, la classe che tra pochi giorni avrebbe dovuto frequentare Rosario Raffa, il 18enne che questa notte, 1 settembre, ha perso la vita in un incidente sulla statale tra Novara e San Pietro Mosezzo.

Per motivi ancora da accertare, il giovane ha perso in controllo della sua moto ed è finito fuori strada. È stata un’ambulanza di ritorno da un altro intervento ad accorgersi che il ragazzo si trovava a terra al bordo della carreggiata; i sanitari hanno provato a rianimarlo sul posto, ma il 18enne è deceduto subito dopo l’arrivo in ospedale.

«Spesso si pensa che i ragazzi che frequentano il liceo artistico siano sopra le righe: non è così e nemmeno Rosario lo era, anzi era un ragazzo normale – continua l’insegnante -. Ed era talmente timido che non aveva nemmeno raccontato della sua passione per la musica. So che quest’anno, in modo particolare, aveva iniziato a incidere alcuni pezzi in uno studio di registrazione: credo fosse un modo per cercare l’indipendenza ed esprimersi liberamente».

Rosario era originario di Messina e qualche anno fa si era trasferito a Novara con la mamma, insegnante alle scuole medie di Bellinzago, e il fratello più piccolo: «Era molto legato alla sua terra ed era molto felice ogni volta che poteva tornarci – prosegue Oldani –. Non aveva preso bene il trasloco, tanto da aver scelto una scuola che non era fatta per lui. La mamma, però, l’ha sempre incoraggiato e seguito e gli è stata vicina in modo esemplare. Poi si era trasferito da noi, all’indirizzo di scenografia, scoprendo di avere notevoli doti artistiche: non riusciva a esprimerle a parole, ma con la creatività, in modo particolare con i programmi di grafica. Era l’unico maschio di quindici studenti in una classe molto piccola: le sue compagne sono distrutte; alcune, in questi giorni, dovranno affrontare gli esami di riparazione: non sarà facile per loro, dovremo tenere conto di questa tragedia che ci colpisce tutti. Saremo presenti al funerale e cercheremo di stare vicino alla famiglia per quanto ci sarà possibile».

Rosario lascia la mamma Maria, il papà Giovanni che vive a Milano e il fratello minore Alberto. La data del funerale non è ancora stata fissata.

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