Rossi: «Assistenza minori in Valsesia, ci sono le condizioni?»

Rossi: «Assistenza minori in Valsesia, ci sono le condizioni?». Parte questa mattina in tre comuni della Valsesia (Borgosesia, Varallo e Quarona) la sperimentazione che prevede l’apertura di alcune scuole per l’assistenza dei minori: 21 alunni, 13 della primaria e 8 dell’infanzia alla presenza di educatori e frequenteranno i locali mantenendo comunque le distanze.

Sul tema, il vice presidente della commissione sanità in Regione, Domenico Rossi, afferma che «il bisogno delle famiglie e dei bambini è lo stesso in tutto il Piemonte e non possono esserci corsie preferenziali, ma soprattutto va salvaguardata la sicurezza sanitaria di tutti i soggetti coinvolti. Ho voluto approfondire il coinvolgimento della Regione cercando di capire se ci sono le condizioni normative per una sperimentazione di questo tipo. Dalle risposte dell’assessora durante la commissione si evince che non ci sono atti ufficiali della Regione Piemonte, se non una lettera con la quale si risponde a una richiesta di sperimentazione da parte dei sindaci che hanno proposto un protocollo, di cui “si assumono le responsabilità” come sottolineato più volte da Chiorino, e che non ci sarebbero le condizioni normative per un’iniziativa sul territorio regionale».

«Un’iniziativa che al di là di merito e del quadro legislativo in cui si inserisce non può prescindere dalla garanzia sotto il profilo della salute pubblica. Ho chiesto quali siano state le valutazioni circa la sicurezza sanitaria e l’assessora ha riferito di una mail dell’Unità di Crisi che raccomanda un parere preventivo del Sisp territoriale di riferimento, ovvero quello di Vercelli – precisa Rossi annunciando la richiesta della documentazione all’assessorato e Asl di Vercelli per un chiarimento rispetto all’aspetto sanitario -. In base ai contenuti degli stessi dovremo capire se ci sono le condizioni normative e di sicurezza sanitaria per iniziative di questo tipo: se così fosse, ritengo che tale sperimentazione debba essere allargata agli altri territori, con regole uguali per tutti».

 

 

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Rossi: «Assistenza minori in Valsesia, ci sono le condizioni?»

Rossi: «Assistenza minori in Valsesia, ci sono le condizioni?». Parte questa mattina in tre comuni della Valsesia (Borgosesia, Varallo e Quarona) la sperimentazione che prevede l’apertura di alcune scuole per l’assistenza dei minori: 21 alunni, 13 della primaria e 8 dell’infanzia alla presenza di educatori e frequenteranno i locali mantenendo comunque le distanze.

Sul tema, il vice presidente della commissione sanità in Regione, Domenico Rossi, afferma che «il bisogno delle famiglie e dei bambini è lo stesso in tutto il Piemonte e non possono esserci corsie preferenziali, ma soprattutto va salvaguardata la sicurezza sanitaria di tutti i soggetti coinvolti. Ho voluto approfondire il coinvolgimento della Regione cercando di capire se ci sono le condizioni normative per una sperimentazione di questo tipo. Dalle risposte dell’assessora durante la commissione si evince che non ci sono atti ufficiali della Regione Piemonte, se non una lettera con la quale si risponde a una richiesta di sperimentazione da parte dei sindaci che hanno proposto un protocollo, di cui “si assumono le responsabilità” come sottolineato più volte da Chiorino, e che non ci sarebbero le condizioni normative per un’iniziativa sul territorio regionale».

«Un’iniziativa che al di là di merito e del quadro legislativo in cui si inserisce non può prescindere dalla garanzia sotto il profilo della salute pubblica. Ho chiesto quali siano state le valutazioni circa la sicurezza sanitaria e l’assessora ha riferito di una mail dell’Unità di Crisi che raccomanda un parere preventivo del Sisp territoriale di riferimento, ovvero quello di Vercelli – precisa Rossi annunciando la richiesta della documentazione all’assessorato e Asl di Vercelli per un chiarimento rispetto all’aspetto sanitario -. In base ai contenuti degli stessi dovremo capire se ci sono le condizioni normative e di sicurezza sanitaria per iniziative di questo tipo: se così fosse, ritengo che tale sperimentazione debba essere allargata agli altri territori, con regole uguali per tutti».

 

 

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