È partito oggi il percorso della Proposta di Legge n.54 “Norme per la pianificazione degli insediamenti logistici a rilevanza sovracomunale” presentata dal gruppo del PD in Consiglio regionale a prima firma Domenico Rossi. «In commissione è stato stabilito un calendario delle consultazioni che si terranno online e in presenza e si chiuderanno entro il 20 gennaio con l’audizione delle organizzazioni interessate – dichiara Rossi che ha aggiunto – «la proposta è inviata anche al Consiglio delle Autonomie Locali che coinvolge i comuni, le province e le unioni montane».
«Dopo le consultazioni la discussione entrerà nel merito dell’ articolato e le osservazioni dei soggetti interessati saranno un prezioso aiuto per arricchire e migliorare una norma che tuteli gli interessi collettivi in gioco, prima di tutto quelli ambientali e paesaggistici, ma anche quelli del settore manifatturiero che rischia di essere fagocitato dalla logistica» ha dichiarato Rossi. La proposta di legge nasce infatti con l’obiettivo di governare gli insediamenti logistici sul territorio piemontese sulla scia di quanto avvenuto in altre regioni perché, secondo Rossi «la regione non può lasciare gli enti locali in balia degli interessi, pur legittimi, dei privati, ma deve esercitare il suo ruolo di regolamentazione per tutelare l’ambiente, il paesaggio e la qualità della vita dei piemontesi».
«La proposta di legge rappresenta un primo step all’interno di un ragionamento sul consumo di suolo che avanza inarrestabile in Piemonte e sulla crisi ecologica in cui siamo immersi. In questo senso mi auguro di trovare la convergenza delle forze di maggioranza in una discussione libera dalle ideologie e che guardi al benessere dei cittadini piemontesi» ha concluso Rossi.
Sulla vicenda del ricorso al Tar presentato dai proprietari terrieri di Pernate favorevoli all’insediamento logistico contro il Comune di Novara, il Comune di Galliate e la Regione Piemonte Rossi ha commentato «è la dimostrazione che serve un intervento di pianificazione e che il pubblico governi i processi perché altrimenti prevalgono gli interessi personali, che sono legittimi, ma che non sempre coincidono con quelli della collettività e che riguardano la tutela dell’ambiente, del paesaggio, della biodiversità e del territorio in generale».