Il prossimo 6 novembre il personale della rsa Gianni Rodari di Veveri si asterrà dal lavoro. Lo sciopero era stato annunciato a metà ottobre a seguito dello stato di agitazione. Sono 900 tra Piemonte e Lombardia, infatti, gli operatori delle rsa coinvolte nell’internalizzazione del ramo di azienda, operata dalla multinazionale francese Colisèe attraverso due sue controllate. Per Novara riguarda, appunto, la struttura di Veveri Gianni con 61 dipendenti.
«La nuova proprietà ha deciso di penalizzare le lavoratrici e lavoratori che operano in Italia applicando il contratto Anaste, contratto rinnovato nel 2022 grazie alla firma di sindacati che hanno peggiorato sensibilmente le condizioni economiche e normative – dicono i segretari novaresi di Fp Cgil, Cisl Fp e Cisl Fisascat, Uil Fpl e UiltuCs -. ll passaggio ad Anaste porta con sé un peggioramento complessivo delle
condizioni di lavoro, con tutele ridotte e un gap retributivo, rispetto al settore pubblico, di oltre il 30%.
Le strutture interessare da questo passaggio – con decorrenza da oggi, 1 novembre, sono sei in Piemonte ma già altre strutture, nel territorio piemontese, hanno subito la stessa sorte. In totale quindi sono dieci – collocate nelle province di Torino, Novara e Alessandria -, i lavoratori coinvolti sono circa 900 per un totale di 1.186 posti letto, buona parte dei quali accreditati con la Regione e pagati dal sistema pubblico».
In avvicinamento allo sciopero verranno svolte assemblee rivolte ai lavoratori ma anche agli ospiti, ai loro parenti e alla cittadinanza. A Novara l’assemblea si svolgerà venerdì 3 novembre dalle 15.30.