Come annunciato nei giorni scorsi, nel pomeriggio di ieri, 3 novembre, gli operatori sanitari della rsa Gianni Rodari di Veveri hanno partecipato al presidio organizzato dai sindacati di Fp Cgil, Cisl Fp e Cisl Fisascat, Uil Fpl e UiltuCs davanti alla struttura. La protesta, che anticipa lo sciopero del 6 novembre di fronte al palazzo della Regione, in seguito al mutamento delle condizioni di lavoro dettate dal passaggio della rsa sotto la proprietà della società francese Colisèe.
«Lunedì 6 novembre ci sarà lo sciopero regionale spiega il segretario novarese di Fp Cgil, Paolo Del Vecchio -. Questo perché Colisèe sta violando una norma sugli accreditamenti, in quanto ogni struttura per anziani deve essere accessibile al pubblico. Una di queste regole è che devono essere applicati i contratti firmati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. L’applicazione del contratto Anaste viola quindi le stesse norme che la Regione, nel corso degli anni, aveva predisposto. Sottoporremo il problema a loro, invitandoli a intervenire. In questo senso, ci stanno arrivando segnali positivi ma aspettiamo di vedere dopo il confronto».
«Questi sono servizi essenziali e per legge devono essere garantiti – precisa Del Vecchio -. Per questo motivo abbiamo qui con noi solo poche testimonianze dirette dei lavoratori».
Gli operatori: «Non veniamo ascoltati. Questo trattamento va a discapito nostro e degli ospiti»
«Ci sono reparti che richiedono uno sforzo fisico maggiore – racconta Cristina, oss da luglio 2022, nella rsa -. Quando si chiede di aumentare il numero di operatori non veniamo ascoltati. Siamo in due per reparto con 20 ospiti, tutti con patologie e un grado di attenzione diversi. Una terza persona sarebbe indispensabile. Con fatica, dopo mesi, abbiamo ottenuto almeno l’inizio in contemporanea alle 6 del mattino. Prima c’era anche una mezz’ora di differenza tra l’inizio dei due turni. Inoltre, si finisce sempre più tardi. Questo non va bene perché va a discapito, innanzitutto degli ospiti, e di conseguenza nostro».
«Dopo il passaggio societario dobbiamo ancora prendere l’ultima busta paga – aggiunge Cristina – Poi c’è la banca ore. Prima le ore in più venivano pagate nel mese corrente, adesso invece le ore di straordinario vengono accantonate in banca ore e retribuite due mesi dopo. Ma chi mi dice che poi io sia costretta dalla società a fare qualche ora in meno per ripianare la differenza? Così non possiamo superare le ore. Per quanto riguarda la quattordicesima, noi nuovi assunti da Colisèe non la prenderemo».
Quello che i lavoratori lamentano è, soprattutto, l’incertezza sotto diversi punti di vista: «Per esempio, non c’è stato un licenziamento seguito da un nuova assunzione, bensì un passaggio contrattuale – dice Paola, oss presso la struttura di Veveri dal dicembre del 2022 -. Loro ci assicurano che sarà presa in considerazione la data effettiva d’inizio impiego ma sul contratto, formalmente, è indicato l’1 novembre 2023».