Rsa Gianni Rodari verso lo sciopero. I sindacati: «Contratti pirata, nessun rispetto per i lavoratori»

Sono 61 i dipendenti della struttura per anziani che dal 1 novembre subiranno l'applicazione di un contratto depotenziato

Allarme nelle Rsa in Piemonte e a Novara. Sono oltre 300 le lavoratrici delle Rsa coinvolte nell’internalizzazione del ramo di azienda, operata dalla multinazionale francese Colisèe attraverso due sue controllate. Per Novara tale operazione riguarda la struttura di Veveri Gianni Rodari – attualmente gestita dalla cooperativa sociale Punto Service – con 61 dipendenti.

Finora veniva applicato il CCNL Cooperative Sociali, ma dal 1° novembre, con la reinternalizzazione in due società dell’emisfero Colisèe per una gestione diretta, verrà applicato un contratto nazionale che i sindacati confederali definiscono «pirata», l’Anaste, firmato da sindacati autonomi, ritenuti «non rappresentativi, con elementi peggiorativi (malattia, periodo di comporto ed altri aspetti normativi) rispetto all’attuale contratto nazionale».

Secondo FP CGIL NOVARA e VCO, CISL Fp Piemonte Orientale e UILTUCS Novara non si tratta altro che «di un’operazione studiata ad hoc per un risparmio economico sul futuro rinnovo del Ccnl delle Cooperative Sociali a discapito degli operatori che saranno coinvolti – sottolineano i segretari delle tre organizzazioni sindacali -. A fine settembre, dopo i primi incontri regionali, avevamo dichiarato lo stato di agitazione con la richiesta di incontro in prefettura per un tentativo di conciliazione previsto dalla legge sugli scioperi. L’incontro si è effettuato ieri, 11 ottobre, in prefettura Torino, con esito negativo e nessuna disponibilità da parte di Colisèe ad applicare contratti nazionali firmati da CGIL, CISL e UIL. Alla precisa domanda della prefettura sulla disponibilità Colisèe di applicare contratti del settore maggiormente rappresentativi, la società ha esplicitamente negato tale disponibilità. Colisèe ha respinto le richieste sindacali ignorando la normativa regionale che vieta negli accreditamenti l’applicazione di Ccnl Non rappresentativi, e non tenendo conto delle richieste che arrivano dalla forza lavoro».

Fp Cgil di Novara e Vco, Cisl Fp Piemonte Orientale e Uiltucs Novara hanno già effettuato assemblee sindacali col personale della struttura di Novara, per informarle della grave situazione; hanno appeso sulla cancellata le bandiere per evidenziare che il personale è in lotta per i propri diritti. Nei prossimi giorni ci saranno altri momenti di mobilitazione fino allo sciopero generale che potrebbe essere dichiarato a breve.

«Una speculazione sulle retribuzioni delle lavoratrici che durante i giorni durissimi dell’epidemia hanno rischiato la loro stessa vita per salvarne altre, e che oggi soffrono anche dei fortissimi aumenti dovuti all’inflazione cresciuta a dismisura in questi mesi» concludono i segretari.

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Sono 61 i dipendenti della struttura per anziani che dal 1 novembre subiranno l’applicazione di un contratto depotenziato

Allarme nelle Rsa in Piemonte e a Novara. Sono oltre 300 le lavoratrici delle Rsa coinvolte nell'internalizzazione del ramo di azienda, operata dalla multinazionale francese Colisèe attraverso due sue controllate. Per Novara tale operazione riguarda la struttura di Veveri Gianni Rodari - attualmente gestita dalla cooperativa sociale Punto Service - con 61 dipendenti.

Finora veniva applicato il CCNL Cooperative Sociali, ma dal 1° novembre, con la reinternalizzazione in due società dell’emisfero Colisèe per una gestione diretta, verrà applicato un contratto nazionale che i sindacati confederali definiscono «pirata», l’Anaste, firmato da sindacati autonomi, ritenuti «non rappresentativi, con elementi peggiorativi (malattia, periodo di comporto ed altri aspetti normativi) rispetto all’attuale contratto nazionale».

Secondo FP CGIL NOVARA e VCO, CISL Fp Piemonte Orientale e UILTUCS Novara non si tratta altro che «di un'operazione studiata ad hoc per un risparmio economico sul futuro rinnovo del Ccnl delle Cooperative Sociali a discapito degli operatori che saranno coinvolti - sottolineano i segretari delle tre organizzazioni sindacali -. A fine settembre, dopo i primi incontri regionali, avevamo dichiarato lo stato di agitazione con la richiesta di incontro in prefettura per un tentativo di conciliazione previsto dalla legge sugli scioperi. L’incontro si è effettuato ieri, 11 ottobre, in prefettura Torino, con esito negativo e nessuna disponibilità da parte di Colisèe ad applicare contratti nazionali firmati da CGIL, CISL e UIL. Alla precisa domanda della prefettura sulla disponibilità Colisèe di applicare contratti del settore maggiormente rappresentativi, la società ha esplicitamente negato tale disponibilità. Colisèe ha respinto le richieste sindacali ignorando la normativa regionale che vieta negli accreditamenti l’applicazione di Ccnl Non rappresentativi, e non tenendo conto delle richieste che arrivano dalla forza lavoro».

Fp Cgil di Novara e Vco, Cisl Fp Piemonte Orientale e Uiltucs Novara hanno già effettuato assemblee sindacali col personale della struttura di Novara, per informarle della grave situazione; hanno appeso sulla cancellata le bandiere per evidenziare che il personale è in lotta per i propri diritti. Nei prossimi giorni ci saranno altri momenti di mobilitazione fino allo sciopero generale che potrebbe essere dichiarato a breve.

«Una speculazione sulle retribuzioni delle lavoratrici che durante i giorni durissimi dell’epidemia hanno rischiato la loro stessa vita per salvarne altre, e che oggi soffrono anche dei fortissimi aumenti dovuti all’inflazione cresciuta a dismisura in questi mesi» concludono i segretari.

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