Run for Mem: per un giorno Novara capitale della Memoria

Successo della manifestazione organizzata dall'Unione delle cumunità ebraiche italiane. L'importante testimonianza del marciatore israeliano Shaul Ladany, sopravvissuto alla Shoah e alla “strage di Monaco” del 1972. Il sindaco Canelli: «Non strumentalizziamo l'Olocausto»

Per un giorno Novara è stata capitale della Memoria. La nostra città è stata infatti scelta dall’Unione delle comunità ebraiche italiane per ospitare questa mattina, domenica 23 gennaio, la quinta edizione della Run for Men, la Marcia della Memoria, evento che precede di qualche giorno l’anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Oltre 400 persone si sono date appuntamento in piazza Gramsci, fra queste, introdotto dalla presidente nazionale dell’Ucei Noemi Di Segni e dalla presidente della Comunità ebraica di Novara, Vercelli, Biella e Vco, Rossella Bottini Treves, non ha voluto far mancare la sua presenza il marciatore (sarebbe sbagliato definirlo ex) Shaul Ladany, ottantacinquenne, sopravvissuto alla Shoah nel campo di concentramento di Bergen Belsen prima e poi alla strage degli atleti israeliani alle Olimpiadi di monaco del 1972.

Disponibile con tutti, Ladany (nella foto con la presidente Di Segni) ha sottolineato l’importanza del ricordo e della memoria, per poi concentrarsi sulla parte decisamente più sportiva dell’evento. Per nulla affaticato, ha poi coperto i 10 chilometri del “percorso lungo” con straordinaria disinvoltura, presentandosi sorridente al “traguardo”, dove ha accettato unicamente una bottiglietta di acqua e un giaccone per coprirsi, rifiutando anzi con molta cortesia una sedia.


Parole di ringraziamento alla città sono state pronunciate da Bottini Treves e da Di Segni, mentre il sindaco Alessandro Canelli da parte sua ha invitato tutti «a non strumentalizzare l’Olocausto. Qualche mese fa Novara è balzata agli occhi della cronaca nazionale per quella manifestazione dei No Green pass travestiti da deportati, ma una prima risposta era giunta subito dopo proprio da qui, da piazza Gramsci, contro quella che era stata la sfilata della vergogna». Oggi, si può aggiungere, è arrivata un’altra, ancora più significativa.


Dopo una serie di interventi istituzionali, tra i quali quelli dell’assessore allo Sport del Comune Ivan De Grandis, della presidente dell’Anpi provinciale Michela Cella e dell’Istituto Storico della Resistenza Paolo Cattaneo, hanno preso la parola gli altri testimonial dell’evento come l’ex sciatrice Paola Magoni, medaglia d’oro nello slalom speciale alle Olimpiadi di Sarajevo del 1984, e il cantante Enrico Ruggeri. Proprio quest’ultimo ha sottolineato come certe situazioni, certi avvenimenti devono essere analizzati e studiati, come il tema della discriminazione. Nessuno deve essere discriminato».

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Luca Mattioli

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Run for Mem: per un giorno Novara capitale della Memoria

Successo della manifestazione organizzata dall’Unione delle cumunità ebraiche italiane. L’importante testimonianza del marciatore israeliano Shaul Ladany, sopravvissuto alla Shoah e alla “strage di Monaco” del 1972. Il sindaco Canelli: «Non strumentalizziamo l’Olocausto»

Per un giorno Novara è stata capitale della Memoria. La nostra città è stata infatti scelta dall’Unione delle comunità ebraiche italiane per ospitare questa mattina, domenica 23 gennaio, la quinta edizione della Run for Men, la Marcia della Memoria, evento che precede di qualche giorno l’anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Oltre 400 persone si sono date appuntamento in piazza Gramsci, fra queste, introdotto dalla presidente nazionale dell’Ucei Noemi Di Segni e dalla presidente della Comunità ebraica di Novara, Vercelli, Biella e Vco, Rossella Bottini Treves, non ha voluto far mancare la sua presenza il marciatore (sarebbe sbagliato definirlo ex) Shaul Ladany, ottantacinquenne, sopravvissuto alla Shoah nel campo di concentramento di Bergen Belsen prima e poi alla strage degli atleti israeliani alle Olimpiadi di monaco del 1972.

Disponibile con tutti, Ladany (nella foto con la presidente Di Segni) ha sottolineato l’importanza del ricordo e della memoria, per poi concentrarsi sulla parte decisamente più sportiva dell’evento. Per nulla affaticato, ha poi coperto i 10 chilometri del “percorso lungo” con straordinaria disinvoltura, presentandosi sorridente al “traguardo”, dove ha accettato unicamente una bottiglietta di acqua e un giaccone per coprirsi, rifiutando anzi con molta cortesia una sedia.


Parole di ringraziamento alla città sono state pronunciate da Bottini Treves e da Di Segni, mentre il sindaco Alessandro Canelli da parte sua ha invitato tutti «a non strumentalizzare l’Olocausto. Qualche mese fa Novara è balzata agli occhi della cronaca nazionale per quella manifestazione dei No Green pass travestiti da deportati, ma una prima risposta era giunta subito dopo proprio da qui, da piazza Gramsci, contro quella che era stata la sfilata della vergogna». Oggi, si può aggiungere, è arrivata un’altra, ancora più significativa.


Dopo una serie di interventi istituzionali, tra i quali quelli dell’assessore allo Sport del Comune Ivan De Grandis, della presidente dell’Anpi provinciale Michela Cella e dell’Istituto Storico della Resistenza Paolo Cattaneo, hanno preso la parola gli altri testimonial dell’evento come l’ex sciatrice Paola Magoni, medaglia d’oro nello slalom speciale alle Olimpiadi di Sarajevo del 1984, e il cantante Enrico Ruggeri. Proprio quest’ultimo ha sottolineato come certe situazioni, certi avvenimenti devono essere analizzati e studiati, come il tema della discriminazione. Nessuno deve essere discriminato».

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