Salgono a 552 i casi positivi in Piemonte. Cosa cambia con il decreto

Salgono a 552 i casi positivi in Piemonte di cui 77 in terapia intensiva, 368 ricoverati e 87 in isolamento domiciliare. All’ospedale di Novara i ricoveri sono 23 (6 di Novara, 9 della provincia, 3 provincia Alessandria, 2 provincia Vercelli, 1 provincia Biella, 2 Lombardia) di cui 5 in rianimazione: 1 di Novara, 3 provincia Alessandria, 1 provincia Biella.

E nella serata di ieri il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha firmato un nuovo decreto, il terzo in pochi giorni, con ulteriori misure restrittive che riguardano, in modo particolare, la chiusura di negozi che non vendono generi alimentari (ma non tutti), bar e ristoranti. Nel testo sono specificate le attività che possono restare aperte e quelle che devono chiudere.

 

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Attività che devono chiudere
– negozi, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato, sia nell’ambito della media e grande distribuzione (centri commerciali)
– mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari
– bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie
– parrucchieri, barbieri, estetisti.

Attività che possono restare aperte
– ipermercati, supermercati, discount di alimentari, minimercati di alimentari vari, vendita al dettaglio di prodotti surgelati
– vendita di computer, attrezzature informatiche e per le telecomunicazioni, elettrodomestici
– tabaccherie
– distributori di carburante
– ferramenta, vernici, materiale elettrico e termoidraulico
– meccanici
– articoli igienico-sanitari
– edicole
– farmacie e parafarmacie, articoli medicali e ortopedici
– profumerie
– vendita di prodotti per animali
– Vendite on line
– distributori automatici
– fornitura di pasti per azienda, imprese, ospedali ecc.
– ristorazione con consegna a domicilio
– servizi bancari, finanziari, assicurativi, uffici postali
– attività del settore agricolo, zootecnico di trasformazione agroalimentare
– aree di servizio lungo la rete stradale, autostradale e all’interno delle stazioni ferroviarie, aeroportuali
– lavanderie tintorie
– trasporto pubblico locale con possibilità di riduzione di corse e tratte.

Qui il link al sito del governo con il testo integrale del decreto

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Salgono a 552 i casi positivi in Piemonte. Cosa cambia con il decreto

Salgono a 552 i casi positivi in Piemonte di cui 77 in terapia intensiva, 368 ricoverati e 87 in isolamento domiciliare. All’ospedale di Novara i ricoveri sono 23 (6 di Novara, 9 della provincia, 3 provincia Alessandria, 2 provincia Vercelli, 1 provincia Biella, 2 Lombardia) di cui 5 in rianimazione: 1 di Novara, 3 provincia Alessandria, 1 provincia Biella.

E nella serata di ieri il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha firmato un nuovo decreto, il terzo in pochi giorni, con ulteriori misure restrittive che riguardano, in modo particolare, la chiusura di negozi che non vendono generi alimentari (ma non tutti), bar e ristoranti. Nel testo sono specificate le attività che possono restare aperte e quelle che devono chiudere.

 

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Attività che devono chiudere
– negozi, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato, sia nell’ambito della media e grande distribuzione (centri commerciali)
– mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari
– bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie
– parrucchieri, barbieri, estetisti.

Attività che possono restare aperte
– ipermercati, supermercati, discount di alimentari, minimercati di alimentari vari, vendita al dettaglio di prodotti surgelati
– vendita di computer, attrezzature informatiche e per le telecomunicazioni, elettrodomestici
– tabaccherie
– distributori di carburante
– ferramenta, vernici, materiale elettrico e termoidraulico
– meccanici
– articoli igienico-sanitari
– edicole
– farmacie e parafarmacie, articoli medicali e ortopedici
– profumerie
– vendita di prodotti per animali
– Vendite on line
– distributori automatici
– fornitura di pasti per azienda, imprese, ospedali ecc.
– ristorazione con consegna a domicilio
– servizi bancari, finanziari, assicurativi, uffici postali
– attività del settore agricolo, zootecnico di trasformazione agroalimentare
– aree di servizio lungo la rete stradale, autostradale e all’interno delle stazioni ferroviarie, aeroportuali
– lavanderie tintorie
– trasporto pubblico locale con possibilità di riduzione di corse e tratte.

Qui il link al sito del governo con il testo integrale del decreto

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