Salvini: «Il nuovo Codice degli appalti farà perdere meno tempo a tutti»

Il ministro delle Infrastrutture e trasporti è intervenuto oggi al Castello di Novara in occasione del seminario organizzato dal Comune per discutere sulle novità del regolamento che disciplinerà i contratti pubblici: «L'obiettivo è avere meno burocrazia, più cantieri e lavoro»

Meno burocrazia e cantieri aperti il più velocemente possibile. Questo il pensiero di Matteo Salvini. Il ministro delle Infrastrutture e trasporti ha sintetizzato così il suo altrettanto rapido intervento, nel pomeriggio di oggi, venerdì 30 giugno, al Castello di Novara in occasione del seminario organizzato dal Comune per esaminare il nuovo Codice degli appalti, lo strumento che disciplinerà il rapporti della pubblica amministrazione nel delicato settore dei contratti. Uno strumento a cui il Governo ha messo mano dopo una sua “riscrittura” da parte del Consiglio di Stato e che, è stato subito precisato dal vicepremier, «non riguarderà il Pnrr, per le cui opere abbiamo scelto che viaggiassero su un binario ad hoc».


Davanti a tanti addetti ai lavori della pubblica amministrazione, Salvini ha rivendicato il lavoro svolto negli ultimi mesi, ricordando che «quando abbiamo messo meno a un testo che ci ha mandato il Consiglio di Stato abbiamo voluto apporre un’impronta politica, non partitica, con una certa visione del mondo. Ragionando anche con Anci occorre tenere presente che in Italia su 8 mila Comuni più di 5 mila hanno meno di cinquemila abitanti. Piccoli centri che è già tanto se dispongono di un segretario comunale in “comproprietà”, un geometra e un vigile urbano. Il Codice degli appalti deve servire alle Stazioni appaltanti dei grandi centri, ma anche le piccole località con poche centinaia di residenti».


E a chi sta definendo questo strumento troppo “ambizioso” ha replicato che la scelta applicata è quella «della fiducia e del raggiungimento del risultato. In alcuni punti ci siamo uniformati a quella che è la norma europea, ma vogliamo andare in aiuto agli enti locali e, come pubblica amministrazione, abbiamo evitato la possibilità di dire un “no” secco che possa magari originare contenziosi. Ripeto, si tratta di un codice basato sulla fiducia».


«Sono contento – ha poi rimarcato Salvini – che il percorso sia stato partecipato e inclusivo. Abbiamo ascoltato tanti, poi abbiamo cercato di fare sintesi, con uno strumento efficace, operativo, che possa dare qualche certezza in più. Non è un punto di arrivo, ma di partenza. Se qualcosa non dovesse funzionare siamo a disposizione per semplificare la vita di chi vuole lavorare».


Salvini non si è dimostrato assolutamente preoccupato sul fatto che qualcuno ritenga alcune nome più “larghe”: «Più semplice è una legge meglio lavorano sindaci, professionisti e imprese. Se un cittadino deve girare dieci uffici per una pratica è più facile incontrare un malintenzionato. Il mio obiettivo è quello di lavorare di più, meglio, perdere meno tempo, avere meno cause, ricorsi e contenziosi, ma più cantieri con più strade, scuole ospedali e lavoro».


Ma ci sono possibili possibili debolezze? «Sulla carta si tratta di uno strumento che funziona e che può tagliare metà del tempo perso prima di iniziare un’opera pubblica. Chiaramente quello che funziona sulla carta deve essere confermato nella prassi. Fra qualche mese vedremo di questi 229 articoli quali funzioneranno e quali no. C’é un margine di manovra per tutto».

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Salvini: «Il nuovo Codice degli appalti farà perdere meno tempo a tutti»

Il ministro delle Infrastrutture e trasporti è intervenuto oggi al Castello di Novara in occasione del seminario organizzato dal Comune per discutere sulle novità del regolamento che disciplinerà i contratti pubblici: «L’obiettivo è avere meno burocrazia, più cantieri e lavoro»

Meno burocrazia e cantieri aperti il più velocemente possibile. Questo il pensiero di Matteo Salvini. Il ministro delle Infrastrutture e trasporti ha sintetizzato così il suo altrettanto rapido intervento, nel pomeriggio di oggi, venerdì 30 giugno, al Castello di Novara in occasione del seminario organizzato dal Comune per esaminare il nuovo Codice degli appalti, lo strumento che disciplinerà il rapporti della pubblica amministrazione nel delicato settore dei contratti. Uno strumento a cui il Governo ha messo mano dopo una sua “riscrittura” da parte del Consiglio di Stato e che, è stato subito precisato dal vicepremier, «non riguarderà il Pnrr, per le cui opere abbiamo scelto che viaggiassero su un binario ad hoc».


Davanti a tanti addetti ai lavori della pubblica amministrazione, Salvini ha rivendicato il lavoro svolto negli ultimi mesi, ricordando che «quando abbiamo messo meno a un testo che ci ha mandato il Consiglio di Stato abbiamo voluto apporre un’impronta politica, non partitica, con una certa visione del mondo. Ragionando anche con Anci occorre tenere presente che in Italia su 8 mila Comuni più di 5 mila hanno meno di cinquemila abitanti. Piccoli centri che è già tanto se dispongono di un segretario comunale in “comproprietà”, un geometra e un vigile urbano. Il Codice degli appalti deve servire alle Stazioni appaltanti dei grandi centri, ma anche le piccole località con poche centinaia di residenti».


E a chi sta definendo questo strumento troppo “ambizioso” ha replicato che la scelta applicata è quella «della fiducia e del raggiungimento del risultato. In alcuni punti ci siamo uniformati a quella che è la norma europea, ma vogliamo andare in aiuto agli enti locali e, come pubblica amministrazione, abbiamo evitato la possibilità di dire un “no” secco che possa magari originare contenziosi. Ripeto, si tratta di un codice basato sulla fiducia».


«Sono contento – ha poi rimarcato Salvini – che il percorso sia stato partecipato e inclusivo. Abbiamo ascoltato tanti, poi abbiamo cercato di fare sintesi, con uno strumento efficace, operativo, che possa dare qualche certezza in più. Non è un punto di arrivo, ma di partenza. Se qualcosa non dovesse funzionare siamo a disposizione per semplificare la vita di chi vuole lavorare».


Salvini non si è dimostrato assolutamente preoccupato sul fatto che qualcuno ritenga alcune nome più “larghe”: «Più semplice è una legge meglio lavorano sindaci, professionisti e imprese. Se un cittadino deve girare dieci uffici per una pratica è più facile incontrare un malintenzionato. Il mio obiettivo è quello di lavorare di più, meglio, perdere meno tempo, avere meno cause, ricorsi e contenziosi, ma più cantieri con più strade, scuole ospedali e lavoro».


Ma ci sono possibili possibili debolezze? «Sulla carta si tratta di uno strumento che funziona e che può tagliare metà del tempo perso prima di iniziare un’opera pubblica. Chiaramente quello che funziona sulla carta deve essere confermato nella prassi. Fra qualche mese vedremo di questi 229 articoli quali funzioneranno e quali no. C’é un margine di manovra per tutto».

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