Sanità, in rete i reclami per dire stop alle liste d’attesa. La proposta del Pd regionale

I consiglieri: «Curarsi in Piemonte sta diventando un lusso riservato ai più ricchi, fra specialità non disponibili e spazi in agenda dall'altra parte della Regione»

«Le liste d’attesa sono il sintomo più evidente della precarietà della sanità pubblica in Piemonte e proprio da questo intendiamo partire per curare l’intero sistema». A parlare è segretario regionale del Partito Democratico, Domenico Rossi, presentando la campagna Stop Liste d’Attesa: una petizione on line, ma anche banchetti nelle piazze e nei luoghi di cura per dar voce ai cittadini e costruire un’alternativa che passa da proposte precise.

L’obiettivo del Partito Democratico è quello di mettere la propria rete al servizio dei piemontesi, degli operatori del settore e di tutti coloro che credono nel diritto alla salute, riportando al centro del dibattito la discussione su un tema chiave come quello della sanità.

«La previsione del Governo di investimento del 6,2% del Pil sulla sanità, unita alla riforma fiscale che costerà fino a 10 miliardi di euro in termini di mancate entrate va nella direzione di ridurre investimenti sulla scuola, il trasporto pubblico e, appunto, la sanità – continua Rossi -. Un disegno come questo dopo la pandemia da Covid19 è inaccettabile. Serve una manovra a tenaglia che coinvolge Regione e Governo per salvare la sanità pubblica, che deve tornare a essere attrattiva, anche per livello delle retribuzioni e progressi di carriera possibili. Ma per farlo occorre finanziare con almeno il 7% del Pil per il servizio sanitario nazionale, assumere più personale, programmare in maniera corretta e potenziare la sanità territoriale».

«Curarsi in Piemonte sta diventando un lusso riservato ai più ricchi, fra specialità non disponibili e spazi in agenda dall’altra parte della Regione – sottolinea il vice presidente del consiglio regionale Daniele Valle -. Non è solo incapacità, ma è un disegno preciso di depotenziamento della sanità pubblica in favore del privato. Non solo, il nostro sistema sanitario ha perso altri 1.000 dipendenti nel 2022, ma ci sono oltre 700 assunti a tempo determinato: vuol dire che i medici, gli infermieri ci sono. Manca la volontà di assumere e la capacità di programmare il turnover».

«In una Regione in cui per una visita bisogna prenotarsi con otto mesi di anticipo evidentemente la salute è un diritto non più fruibile» denuncia Valentina Paris, componente della segreteria regionale del Pd con delega alla salute -. Per questo il Partito Democratico si pone a sostegno dei cittadini e degli operatori sanitari che rivendicano un servizio efficiente per tutti. Con questa mobilitazione impegniamo tutta la comunità democratica a partire dagli eletti accanto alle cittadine e ai cittadini piemontesi».

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Sanità, in rete i reclami per dire stop alle liste d’attesa. La proposta del Pd regionale

I consiglieri: «Curarsi in Piemonte sta diventando un lusso riservato ai più ricchi, fra specialità non disponibili e spazi in agenda dall’altra parte della Regione»

«Le liste d’attesa sono il sintomo più evidente della precarietà della sanità pubblica in Piemonte e proprio da questo intendiamo partire per curare l’intero sistema». A parlare è segretario regionale del Partito Democratico, Domenico Rossi, presentando la campagna Stop Liste d’Attesa: una petizione on line, ma anche banchetti nelle piazze e nei luoghi di cura per dar voce ai cittadini e costruire un’alternativa che passa da proposte precise.

L’obiettivo del Partito Democratico è quello di mettere la propria rete al servizio dei piemontesi, degli operatori del settore e di tutti coloro che credono nel diritto alla salute, riportando al centro del dibattito la discussione su un tema chiave come quello della sanità.

«La previsione del Governo di investimento del 6,2% del Pil sulla sanità, unita alla riforma fiscale che costerà fino a 10 miliardi di euro in termini di mancate entrate va nella direzione di ridurre investimenti sulla scuola, il trasporto pubblico e, appunto, la sanità – continua Rossi -. Un disegno come questo dopo la pandemia da Covid19 è inaccettabile. Serve una manovra a tenaglia che coinvolge Regione e Governo per salvare la sanità pubblica, che deve tornare a essere attrattiva, anche per livello delle retribuzioni e progressi di carriera possibili. Ma per farlo occorre finanziare con almeno il 7% del Pil per il servizio sanitario nazionale, assumere più personale, programmare in maniera corretta e potenziare la sanità territoriale».

«Curarsi in Piemonte sta diventando un lusso riservato ai più ricchi, fra specialità non disponibili e spazi in agenda dall’altra parte della Regione – sottolinea il vice presidente del consiglio regionale Daniele Valle -. Non è solo incapacità, ma è un disegno preciso di depotenziamento della sanità pubblica in favore del privato. Non solo, il nostro sistema sanitario ha perso altri 1.000 dipendenti nel 2022, ma ci sono oltre 700 assunti a tempo determinato: vuol dire che i medici, gli infermieri ci sono. Manca la volontà di assumere e la capacità di programmare il turnover».

«In una Regione in cui per una visita bisogna prenotarsi con otto mesi di anticipo evidentemente la salute è un diritto non più fruibile» denuncia Valentina Paris, componente della segreteria regionale del Pd con delega alla salute -. Per questo il Partito Democratico si pone a sostegno dei cittadini e degli operatori sanitari che rivendicano un servizio efficiente per tutti. Con questa mobilitazione impegniamo tutta la comunità democratica a partire dagli eletti accanto alle cittadine e ai cittadini piemontesi».

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