Al momento è solo un’ipotesi, ma considerato il raddoppio del numero di sbarchi rispetto allo scorso anno e l’esplosione degli ultimi giorni, è possibile che anche a Novara venga predisposto un hub temporaneo per l’accoglienza di migranti. A Borgomanero ne sono già arrivati 48 lo scorso 2 agosto e sono stati ospitati al centro aperto all’hotel San Francesco, gestito dalla sezione locale della Croce Rossa, in attesa che la vecchia sede della Polizia stradale venga sistemata in modo da renderla agibile come struttura di ospitalità permanente.
Un fiume in piena di persone che arrivano dall’Africa centrale, transitando per la Libia e la Tunisia, e che sbarcano a Lampedusa per poi essere caricate sui pullman e trasferite in quasi tutte le regioni, tra cui il Piemonte. Un fenomeno che sta mettendo in allarme i sindaci di tutta Italia, di ogni schieramento politico.
«Di fronte ai consistenti arrivi di migranti in questi ultimi mesi tutte le Prefetture, e quindi anche quella di Novara, stanno cercando di organizzare centri di prima accoglienza gestiti dalla Croce Rossa – afferma il sindaco, Alessandro Canelli -. Mi risulta che la Prefettura di Novara stia valutando due o tre strutture tra la città e il resto della provincia, per ospitare temporaneamente circa 150/200 migranti da trasferire poi nei Cas sul territorio piemontese. Su una struttura di questo tipo nella nostra città per una cinquantina di persone per ora si tratta solo di un’eventualità. Era stata ipotizzata la ex sede della Caritas di via San Gaudenzio, ma non ritengo assolutamente che sia una struttura idonea per il suo posizionamento e pertanto ho espresso la mia ferma opposizione a un’ipotesi di questo genere. Nel 2016, quando mi sono insediato, in città c’erano 800 immigrati nei centri di accoglienza; poi grazie al lavoro con la Prefettura e anche grazie alla diminuzione degli arrivi siamo riusciti a limitare l’afflusso. A oggi in città nei Cas ce ne sono 350 e si ipotizzano altri 150 arrivi sulla provincia, di cui una cinquantina a Novara. Siamo di fronte a una condizione che riguarda tutta Italia e ogni Regione se ne deve fare carico. La soluzione di strutture temporanee dovrebbe, però, metterci al riparo da eventuali centri di accoglienza a lungo termine: tempo fa i migranti che arrivavano in Piemonte venivano sistemati nell’hub di Torino che però non è più utilizzabile. Tutto dipende dalle strutture che saranno individuate e messe a disposizione nelle singole province. La nostra città, peraltro, sta già accogliendo così come ha fatto con gli ucraini e quindi ci aspettiamo che tutto questo venga attentamente valutato da chi farà le scelte di posizionamento. Se parliamo di una cinquantina di migranti temporaneamente ospitati e gestiti dalla Croce Rossa in un luogo idoneo per una prima accoglienza può essere sopportabile, ma istituire nuovi Cas definitivi in città certamente no».
Il presidente della Croce Rossa di Novara, Paolo Pellizzari, aggiunge: «Ancora non è stata presa una decisione, se ne riparlerà a settembre».