Un primo passo verso la riapertura della linea ferroviaria Santhià – Arona. Lo ha annunciato il parlamentare Alberto Gusmeroli spiegando di aver ricevuto nei giorni scorsi dall’amministratore delegato del Gruppo Ferrovie dello Stato Luigi Ferraris la notizia ufficiale dello stanziamento di 5 milioni di euro per la prima fase e la redazione di uno studio di fattibilità del progetto.
«Era la notizia che aspettavamo in tanti – ha commentato con soddisfazione Gusmeroli – Da quando, oltre un anno fa, organizzai la prima riunione tra i vertici delle FS, i sindaci della tratta, l’associazione che si batte per la riapertura di questa ferrovie, gli assessori regionali Marco Gabusi e Matteo Marnati e l’auroparlamentare Alessandro Panza. Un grande lavoro di squadra che ha coinvolto i vertici dello stesso Ministero delle Infrastrutture e Trasporti».
Aperta nel 1906, lunga 65 chilometri, pur essendo sempre rimasta a un solo binario non elettrificato, la Santhià – Arona per oltre un secolo ha messo in comunicazione il lago Maggiore con la Torino – Milano attraverso Borgomanero e Romagnano Sesia secondo un progetto risalente addiitura al 1870. Considerata un piccolo gioiello dal punto di vista ingegneristico per l’epoca per la presenza di manufatti di pregio come il ponte sul Sesia a Romagnano e la galleria di Gattico, la ferrovia venne chiusa al traffico nel 2012 in quanto ritenuta un “ramo secco” insieme a una decina di linee piemontesi.
Oltre un decennio di abbandono ha seriamente ammalorato l’intera infrastruttura, tanto che tecnici ed esperti, più volte chiamati in causa anche da cittadini e amministratori, ne avevano sconsigliato la riapertura per gli elevati costi dovuti in prima battuta al suo recupero. In tanti, come lo stesso Gusmeroli, non hanno mai voluto gettare la spugna: «Per tutto l’anno ho tenuto riunioni mensili con le ferrovie – ha detto ancora Gusmeroli – E’ stata eseguita una prima stima del costo di riattivazione del traffico passeggeri e poi anche di quello merci. Un primo, grezzo “business plann” per valutare se la linea fosse interessante economicamente e ci fosse un ritorno dell’investimento nei confronti di una ferrovia in grado di unire Svizzera, Italia e Francia permettendo un collegamento tra il lago Maggiore e Torino». Di fronte alla missiva di Ferraris, che conferma “lo stanziamento di 5 milioni di euro necessari all’avvio delle attività in sito per l’elaborazione del documento di fattibilità delle alternative progettuali, con inizio previsto nel 2024”, Gusmeroli ha concluso ribadendo che «si tratta di un primo risultato importante per tutto il territorio, che potrà aprire scenari di sviluppo turistico, commerciale e di minor trasporto su strada, con futuri benefici di minor inquinamento».