Sciopero dei servizi pubblici: «Rivendichiamo la dignità del lavoro pubblico»

Si sono ritrovati questa mattina, mercoledì 9 dicembre, prima davanti all’Ospedale Maggiore di Novara per il volantinaggio, poi in piazza Matteotti per il presidio, i rappresentanti delle sigle sindacali di Fp Cgil, Cisl Fp, UilFp e UilPa.

Una richiesta chiara e precisa quella delle sigle sindacali: rivendicare la dignità del lavoro pubblico appunto. «Il lavoro pubblico va potenziato, – dice Paolo Del Vecchio, segretario generale della Fp Cgil Novara e Vco – partendo dalla Sanità».

Quattro i punti evidenziati: «Serve un piano straordinario delle assunzioni, – spiega Del Vecchio – dal 2008 a oggi si sono registrate sul piano Nazionale 300mila unità in meno e il pensionamento di coloro che sono andati e andranno con quota 100, se non compensato, diminuirà ancora maggiormente gli organici: e allora chi gestirà i servizi?».

 

 

Serve anche la stabilizzazione dei precari: «Le assunzioni sono state tante in questi mesi, ma sempre a tempo determinato. Allora è importante stabilizzarli, sia per rendere loro merito dello sforzo che stanno facendo, sia per avere una base solida, altrimenti chi potrà si sposterà sempre dove troverà più certezze. La salute e il benessere psicosociale sono sempre da salvaguardare, non sono argomenti che si affrontano solo in casi estremi come una pandemia».

Legato a questi argomenti c’è il rinnovo dei contratti, terzo punto esposto dai sindacati: «Del Rinnovo del Contratto Nazionale, oltre all’aumento delle retribuzioni, va rivisto il sistema di classificazione. Questo è fermo a 22 anni fa, ciò comporta anche un impedimento di possibili passaggi di fascia. E ci sono ancora alcune norme fatte ai tempi di Brunetta e della sua squadra che bloccano sia gli aumenti dei fondi di produttività oltre che limitare le assunzioni. Con questi disagi si rischia che tutto prima o poi si fermerà».

E poi c’è il tema “sicurezza”: «Non ovunque sono stati rispettati i protocolli, – prosegue Del Vecchio – ci sono differenze da comune a comune, ma sono problemi evidenti, per esempio in alcuni nidi non vengono fornite le mascherine Ffp2, oppure altrove non c’è il monitoraggio costante dei tamponi, aspetti che vanno a rovinare appunto la sicurezza di chi lavora all’interno».

Un primo effetto dello sciopero e della mobilitazione nazionale c’è stato: per domani, giovedì 10 dicembre, Il ministro della Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, ha convocato l’incontro con le organizzazioni sindacali.

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Sciopero dei servizi pubblici: «Rivendichiamo la dignità del lavoro pubblico»

Si sono ritrovati questa mattina, mercoledì 9 dicembre, prima davanti all’Ospedale Maggiore di Novara per il volantinaggio, poi in piazza Matteotti per il presidio, i rappresentanti delle sigle sindacali di Fp Cgil, Cisl Fp, UilFp e UilPa.

Una richiesta chiara e precisa quella delle sigle sindacali: rivendicare la dignità del lavoro pubblico appunto. «Il lavoro pubblico va potenziato, – dice Paolo Del Vecchio, segretario generale della Fp Cgil Novara e Vco – partendo dalla Sanità».

Quattro i punti evidenziati: «Serve un piano straordinario delle assunzioni, – spiega Del Vecchio – dal 2008 a oggi si sono registrate sul piano Nazionale 300mila unità in meno e il pensionamento di coloro che sono andati e andranno con quota 100, se non compensato, diminuirà ancora maggiormente gli organici: e allora chi gestirà i servizi?».

 

 

Serve anche la stabilizzazione dei precari: «Le assunzioni sono state tante in questi mesi, ma sempre a tempo determinato. Allora è importante stabilizzarli, sia per rendere loro merito dello sforzo che stanno facendo, sia per avere una base solida, altrimenti chi potrà si sposterà sempre dove troverà più certezze. La salute e il benessere psicosociale sono sempre da salvaguardare, non sono argomenti che si affrontano solo in casi estremi come una pandemia».

Legato a questi argomenti c’è il rinnovo dei contratti, terzo punto esposto dai sindacati: «Del Rinnovo del Contratto Nazionale, oltre all’aumento delle retribuzioni, va rivisto il sistema di classificazione. Questo è fermo a 22 anni fa, ciò comporta anche un impedimento di possibili passaggi di fascia. E ci sono ancora alcune norme fatte ai tempi di Brunetta e della sua squadra che bloccano sia gli aumenti dei fondi di produttività oltre che limitare le assunzioni. Con questi disagi si rischia che tutto prima o poi si fermerà».

E poi c’è il tema “sicurezza”: «Non ovunque sono stati rispettati i protocolli, – prosegue Del Vecchio – ci sono differenze da comune a comune, ma sono problemi evidenti, per esempio in alcuni nidi non vengono fornite le mascherine Ffp2, oppure altrove non c’è il monitoraggio costante dei tamponi, aspetti che vanno a rovinare appunto la sicurezza di chi lavora all’interno».

Un primo effetto dello sciopero e della mobilitazione nazionale c’è stato: per domani, giovedì 10 dicembre, Il ministro della Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, ha convocato l’incontro con le organizzazioni sindacali.

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