«Ho scoperto sul suo cellulare chat sessuali con altre donne e trans. Almeno 800 messaggi, con esplicite foto di nudo. Per questo, e soprattutto per il trascorso burrascoso, gli ho chiesto la separazione. Ma lui non si è arreso e ha iniziato a seguirmi, a pedinarmi, a casa e al lavoro. Ci sono stati anche inseguimenti in macchina: si affiancava e partiva una raffica di insulti». Lo sfogo è di una quarantenne novarese. La sua denuncia ha portato sul banco degli imputati l’ex marito di quarantadue anni, per maltrattamenti in famiglia e stalking.
Un rapporto iniziato nel 2013, quello della coppia, e fin dall’inizio burrascoso, soprattutto per problemi economici. Poi la scoperta delle chat a sfondo sessuale, sette anni fa: «Ricordo che quel giorno abbiamo litigato violentemente e lui mi ha percosso – ha detto ancora la vittima -. Mi offendeva e mi denigrava, anche quando ero incinta: “Nessuno ti vuole”, “Sei una morta di fame”, erano le parole che usava spesso. Mi sentivo ferita, perché la situazione è andata avanti fino al settembre 2020». Poi la decisione della donna di rivolgersi al centro antiviolenza. Grazie a una consulenza legale è arrivata alla decisione di presentare denuncia: «Non potevo più sopportare le minacce di morte. Diceva che mi faceva a pezzi, che mi metteva in una buca, così non mi avrebbero mai trovato. E diceva ancora che ero pazza, e che mi avrebbe fatta rinchiudere portandomi via i figli. Non ha accettato la separazione e anche dopo è tornato più volte alla carica. Un giorno, lo scorso anno, ha fatto arrivare la polizia a casa. Era convinto che fossi uscita lasciando da soli i figli minorenni. Invece non era così. Ho dovuto pure dare spiegazioni alle forze dell’ordine».
Nel passato della donna, oltre ai maltrattamenti da parte del marito, anche un’infanzia di violenze: «Sono stata portata via da casa perché malmenata da mia mamma e abusata dal suo compagno. Sono caduta anche nel tunnel della depressione».