Segregava la moglie in casa e la controllava con un gps: condannato a 4 anni e mezzo

Minorenne abusata
La denuncia era arrivata dalla vittima, una quarantenne di origine marocchina residente in un paese dell’Aronese

Impediva alla moglie di uscire di casa, e, se le dava il permesso, la obbligava a portare il velo. Ma l’uomo non amava che la moglie avesse troppi contatti con l’esterno: non le faceva usare il cellulare e controllava i suoi spostamenti con un gps. Ancora una storia di prevaricazione fra le mura di casa, una delle tante di cui praticamente ogni giorno si occupano le forze dell’ordine novaresi, quella denunciata due anni fa da una quarantenne di origine marocchina residente in un paese dell’Aronese. Era andata dai carabinieri e poi era fuggita all’estero coi due figli minorenni. Ma è tornata in Italia per testimoniare al processo che si è concluso con la condanna a 4 anni e 6 mesi per l’ex convivente M.L., marocchino di 40 anni. L’uomo è stato processato per maltrattamenti in famiglia, e dovrà risarcire moglie e figli dei danni.

Secondo quanto raccontato dalla donna, lui non la lasciava uscire di casa da sola, le proibiva di frequentare amici e conoscenti, di vestire all’occidentale, di truccarsi e indossare scarpe col tacco. Nei quattro anni di matrimonio, dal 2018 al 2022, l’unica occasione in cui poteva varcare la porta di casa era per andare a fare la spesa. Veniva in ogni caso controllata negli spostamenti grazie a un gps installato sul cellulare. Al controllo si accompagnavano minacce, anche di morte, insulti e percosse di ogni tipo. La vittima: «Una volta mi ha colpita con un bicchiere di vetro, facendomi un taglio alla mano; un’altra mi ha lanciato addosso una bottiglia di latte. In altre occasioni è arrivato a stringermi le mani attorno al collo, con forza». Nell’agosto del 2022 si era perfino presentato in camera da letto impugnando un coltello. Lei si era rifugiata dalla vicina di casa e lì aveva telefonato in caserma.

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