Sequestrano e rapinano una donna, poi le tagliano i capelli: due condanne

Minorenne abusata
Vittima una cittadina sudamericana. Condannati per rapina e tentata estorsione aggravate N.A.T.D., 45 anni, di origine giordana, e un italiano di 52 anni, O.E.S.

Fanno irruzione a casa della donna, poi la tengono due ore sotto scacco, impedendole di uscire, e se ne vanno con 600 euro, dopo averle tagliato una coccia di capelli e averle portato via il passaporto. Una violenta e brutale aggressione quella avvenuta la sera del 6 marzo 2019 ai danni di una quarantenne di origine sudamericana, abitante a Novara nel quartiere di Sant’Andrea.

Grazie alla sua denuncia, cui è seguita l’indagine della Squadra Mobile, sono stati condannati per rapina e tentata estorsione aggravate, con sentenza definitiva, la conoscente N.A.T.D., 45 anni, di origine giordana, e un italiano di 52 anni, O.E.S., entrambi residenti in città, la prima a 3 anni e 2 mesi di reclusione, il secondo 2 anni e 4 mesi, in abbreviato. Inutile il tentativo della difesa di sottolineare come dalle intercettazioni telefoniche emergesse la totale inattendibilità della vittima e come non ci fosse la volontà di commettere una rapina.

Al centro del processo una sorta di vendetta per qualche sgarbo del passato. Le minacce erano continuate fino al momento in cui gli investigatori avevano perquisito le abitazioni della coppia nel quartiere Ovest di Novara: i due erano convinti che la conoscente non li avrebbe mai denunciati perché non in regola sul territorio nazionale. E invece la vittima, che poi ha ottenuto un permesso per motivi di giustizia, dopo l’aggressione aveva chiamato la polizia raccontando di aver ricevuto la visita di una conoscente e di un uomo che non aveva mai visto. Li aveva fatti entrare e da lì l’inizio di due ore da incubo in balia della coppia. I due avevano chiuso la porta a chiave, abbassato le tapparelle e messo l’appartamento a soqquadro. Poi, nastro adesivo e forbici alla mano, l’avevano minacciata: «Guai a te se urli, ti tappiamo la bocca». Poi: «Dacci i soldi». Erano convinti di trovare più denaro e invece, non prima di aver puntato un coltello da cucina all’addome della vittima e averla malmenata al volto, le avevano tagliato ciocche di capelli (una sorta di rituale punitivo in genere usato nel mondo della prostituzione) e poi se ne erano andati. Non contenti, nei giorni successivi, erano tornati alla carica chiedendole altri 2 mila euro Ma lei si era rivolta alla polizia. 

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Sequestrano e rapinano una donna, poi le tagliano i capelli: due condanne

Vittima una cittadina sudamericana. Condannati per rapina e tentata estorsione aggravate N.A.T.D., 45 anni, di origine giordana, e un italiano di 52 anni, O.E.S.

Minorenne abusata

Fanno irruzione a casa della donna, poi la tengono due ore sotto scacco, impedendole di uscire, e se ne vanno con 600 euro, dopo averle tagliato una coccia di capelli e averle portato via il passaporto. Una violenta e brutale aggressione quella avvenuta la sera del 6 marzo 2019 ai danni di una quarantenne di origine sudamericana, abitante a Novara nel quartiere di Sant’Andrea.

Grazie alla sua denuncia, cui è seguita l’indagine della Squadra Mobile, sono stati condannati per rapina e tentata estorsione aggravate, con sentenza definitiva, la conoscente N.A.T.D., 45 anni, di origine giordana, e un italiano di 52 anni, O.E.S., entrambi residenti in città, la prima a 3 anni e 2 mesi di reclusione, il secondo 2 anni e 4 mesi, in abbreviato. Inutile il tentativo della difesa di sottolineare come dalle intercettazioni telefoniche emergesse la totale inattendibilità della vittima e come non ci fosse la volontà di commettere una rapina.

Al centro del processo una sorta di vendetta per qualche sgarbo del passato. Le minacce erano continuate fino al momento in cui gli investigatori avevano perquisito le abitazioni della coppia nel quartiere Ovest di Novara: i due erano convinti che la conoscente non li avrebbe mai denunciati perché non in regola sul territorio nazionale. E invece la vittima, che poi ha ottenuto un permesso per motivi di giustizia, dopo l’aggressione aveva chiamato la polizia raccontando di aver ricevuto la visita di una conoscente e di un uomo che non aveva mai visto. Li aveva fatti entrare e da lì l’inizio di due ore da incubo in balia della coppia. I due avevano chiuso la porta a chiave, abbassato le tapparelle e messo l’appartamento a soqquadro. Poi, nastro adesivo e forbici alla mano, l’avevano minacciata: «Guai a te se urli, ti tappiamo la bocca». Poi: «Dacci i soldi». Erano convinti di trovare più denaro e invece, non prima di aver puntato un coltello da cucina all’addome della vittima e averla malmenata al volto, le avevano tagliato ciocche di capelli (una sorta di rituale punitivo in genere usato nel mondo della prostituzione) e poi se ne erano andati. Non contenti, nei giorni successivi, erano tornati alla carica chiedendole altri 2 mila euro Ma lei si era rivolta alla polizia. 

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