Un esposto sugli scavi e gli sversamenti segnalati a Cameri e l’istituzione a Novara la consulta antimafia. Sono queste le iniziative prese dall’associazione La Torre Mattarella in seguito al sequestro del nuovo tratto di tangenziale.
«La vicenda rivela la presenza della ‘ndrangheta nella nostra provincia e questo deve farci riflettere da più punto di vista – afferma il presidente, Roberto Leggero -. Il territorio è prezioso, la terra è preziosa, l’acqua che si raccoglie nelle falde dopo essere stata filtrata dal terreno è preziosa. Una strada a più corsie, sotto la quale sono stivati rifiuti misti non trattati distrugge contemporaneamente tre tesori, il paesaggio, la terra e l’acqua. Per questo l’associazione ha presentato un esposto sugli scavi e gli sversamenti segnalati a Cameri. Dovrebbe essere nostro impegno, come cittadine e cittadini, monitorare costantemente quanto avviene intorno a noi. Dovremmo opporci alla criminialità organizzata togliendole il terreno sotto i piedi, chiedendo alla politica di programmare le trasformazioni del territorio in modo diverso. Solo una politica pubblica attenta al consumo di suolo e al rischio di infiltrazioni può agire in modo da tutelare i cittadini».
«Se nello stesso consiglio comunale di Novara si afferma che si sarebbe disposti a rivolgersi anche al diavolo pur di portare lavoro, si commettono due sbagli – prosegue Leggero -. Il primo: il lavoro non può mai essere “purchessia” perché questo significa solo che per i lavoratori le cose peggioreranno sempre più. Il secondo: un’affermazione come quella risuonata in Consiglio comunale, al di là dell’intenzione del consigliere che l’ha pronunciata, può risultare interessante per le orecchie dei mafiosi. Potrebbero pensare di essere i benvenuti, a patto di portare lavoro. Perciò è davvero molto importante, a nostro parere, che venga istituita prima possibile a Novara la consulta antimafia, anche se meglio sarebbe stata una commissione antimafia comunale. Occorre davvero incrementare in tutti noi la consapevolezza dell’importanza della catastrofe climatica e del tentativo delle mafie da un lato di continuare a fare i loro affari depredando il territorio e quindi opponendosi agli sforzi per contrastare il dramma ambientale, e dall’altro di insinuarsi nei processi del PNRR per lucrare sul denaro che l’Europa ha messo a nostra disposizione proprio per agire a favore del clima. Solo la politica e i cittadini, uniti, possono fermare lo scempio del territorio e mettere fine allo scempio della legalità. Ma occorrono consapevolezza, conoscenza e serietà d’impegno».