Controllavano lo spaccio di stupefacenti nella zona intorno alla stazione ferroviaria di Novara – tra piazza Garibaldi, via San Francesco e viale Manzoni – con una tale sicurezza da non avere mai la droga addosso, occultandola nei tombini, nelle fioriere e nelle colonnine dell’elettricità. Una vera e propria rete criminale costituita per lo più da cittadini tunisini e marocchini, i quali, attraverso operazioni continuative e con ruoli diversi, spacciavano sostanze stupefacenti a numerosi tossicodipendenti, anche minorenni, in particolare cocaina e hashish.
L’esito della maxi operazione denominata “Nascondino” condotta dai carabinieri di Novara, è stata di 11 misure cautelari firmate dal gip Maria Amoruso, su richiesta del pm Irene Tomada, nei confronti di un gruppo di spacciatori fra i 22 e i 45 anni, senza fissa dimora: per 7 di loro è stato disposto il carcere, 1 – una donna – è ai domiciliari, e 3 con il divieto di dimora in provincia. Dalle indagini è emerso che il quantitativo mensile di stupefacente venduto era di circa 6 chili di hashish e 300 grammi di cocaina, per un profitto che poteva raggiungere complessivamente 75 mila euro al mese.
I militari dell’Arma hanno anche sequestrato 778 grammi di droga tra hashish e cocaina, l’occorrente per il confezionamento e denaro contante per 1.976 proventi dell’attività illecita.
Il sistema di videosorveglianza ha ripreso gli spacciatori a pesare e vendere droga direttamente sul marciapiede. Punti di appoggio della rete, alcuni negozi etnici della zona che sono stati controllati ieri: al termine delle verifiche sono state comminate sanzioni per circa 50 mila euro e una licenza è stata sospesa.
Gli arrestati sono stati accompagnati nelle case circondariali di Vercelli e Biella a disposizione dell’autorità giudiziaria di Novara.