L’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Novara interviene sulla scelta del Governo di ampliare le sedi vaccinali nelle farmacie con il coivolgimeno diretto dei farmaacisti nelle somministrazioni. Una decisione presa dal Consiglio dei ministri, prevista nel terzo punto del Decreto Sostegni con lo stanziamento di 2,1 miliardi per l’acquisto di vaccini e di 700 milioni per l’acquisto di altri farmaci anti Covid.
«Comprendiamo e condividiamo la necessità di aumentare i punti di somministrazione dei vaccini, nel momento in cui finalmente dovessimo disporne in quantità sufficienti – afferma il presidente dell’Ordine Federico D’Andrea -. Oltre alle farmacie, la somministrazione andrebbe estesa anche alle parafarmacie, in particolare quelle presenti nei centri commerciali, dove affluisce un gran numero di cittadini. Imprescindibile resta, però, il tema della sicurezza. Il vaccino è un farmaco e deve essere somministrato, così come prevedono le agenzie regolatorie, solo previa prescrizione del medico, ossia dopo la valutazione anamnestica e clinica. Sempre cioè sotto la supervisione, in presenza, di un medico, che possa raccogliere il consenso informato, valutare lo stato di salute del paziente e gestire in maniera pronta eventuali effetti collaterali».
«Riteniamo, tuttavia, che occorra un modello organizzativo unitario a livello nazionale, in grado di coordinare tutti i professionisti che hanno offerto la loro disponibilità, garantendo, nel contempo, la sicurezza delle cure – aggiunge D’Andrea -. È il medico che possiede le competenze necessarie per l’anamnesi, la valutazione dello stato di salute del paziente e l’eleggibilità alla vaccinazione, l’eventuale scelta della tipologia di vaccino in concomitanza di condizioni particolari, e, non ultime, la prevenzione e la gestione di possibili, seppur rari, eventi avversi di varia gravità, anche attraverso la pronta somministrazione dei farmaci adeguati».