Sì alla Città della salute. Ma quale destino per l’area dell’attuale ospedale?

Durante la commissione consiliare di ieri, il direttore generale dell’ospedale Mario Minola, ha fatto il punto sulla progettazione della Città della salute di Novara, dichiarando che «il bando sarà pronto già nel mese di giugno» (leggi qui). Nella sua lunga esposizione ha anche dettagliato quella che è stata la lunghissima storia dell’ospedale Maggiore, dalla bolla papale del 1482 che ne certifica la nascita, passando per i progetti di Alessandro Antonelli del 1850 e del 1864 sulla realizzazione del nuovo ospedale mai realizzato fino al 1914 quando la struttura del San Giuliano era stata individuata come possibile nuovo nosocomio ma poi tutto era stato bloccato con lo scoppio della Grande Guerra.

E se finalmente, con l’arrivo del finanziamento statale da 95 milioni di euro si può concretamente parlare di Città della salute, il comune di Novara si trova subito a dover fare i conti con un altro problema: quale sarà il destino dell’area attualmente occupata dall’ospedale? Un tema di certo non nuovo, per il quale erano state portate avanti una serie di idee già durante la giunta Giordano e poi Ballarè, ma che ora diventa un argomento di stringente attualità anche perchè dalla vendita di tale area dipenderà molto della liquidità necessaria all’ospedale per coprire il finanziamento.

 

 

«L’accordo – ha spiegato Minola – prevede che il Comune si impegni a valorizzare l’area non solo dal punto di vista economico, ma tenendo conto anche dell’aspetto ambientale. Per quanto riguarda la sede di Galliate, la regione dovrà decidere che destinarla o meno ai servizi territoriali».

«Per la nostra città – ha sottolineato il consigliere del Pd ed ex vice sindaco, Nicola Fonzo – è una straordinaria opportunità. Il Comune deve decidere dal punto di vista urbanistico, consapevole del fatto che molti edifici sono vincolati dalla Sovrintendenza. Il Comune deve usare tutti gli strumenti necessari per la valorizzazione dell’area che tanto più sarà appetibile, quanto più aiuterà l’ospedale a ripagarsi. Deve esserci un’idea strategica: lì si aprirà un nuovo scenario dal punto di vista urbanistico e della viabilità che rappresenta un’occasione unica per cambiare il volto della città. Gli studi già eseguiti dovrebbero essere ripresi: solo progetti di carattere internazionale posso promuovere un’ampia attenzione».

Nel suo intervento il sindaco Alessandro Canelli ha garantito che «il tema del vecchio ospedale non è mai stato trascurato. Nonostante fino a tre giorni da non avessimo la certezza che la Città della salute sarebbe stata davvero realizzata, abbiamo comunque lavorato a delle idee anche con due convegni coinvolgendo il Politecnico di Torino. Due sono gli aspetti fondamentali: interessare l’ospedale che è proprietario dell’area e tenere conto del fatto che si tratta di una zona strategica inserita in altre altrettanto fondamentali come l’università, le caserme, l’Allea, il polo culturale del castello e il centro storico. Bisogna, dunque, coniugare le esigenze dell’ospedale con l’interesse pubblico dello sviluppo di un’area che abbia delle caratteristiche di omogeneità con quello che c’è intorno. Per fare questo sarà necessario il coinvolgimento della società civile ovvero di quelle realtà che possono dare un contributo a questo percorso che cominceremo a immaginare già nelle prossime settimane».

La consigliera dem, Milù Allegra, ha sottolineato la necessità di dover «uscire dal provincialismo novarese, puntando a idee di alto livello perché quello sarà un nodo strategico. Cerchiamo di pensare in grande».

Un altro aspetto è stato esplicitato dal consigliere di maggioranza Valter Mattiuz: «Facciamo in modo che l’attuale sede dell’ospedale non faccia la fine di quella vecchia dell’Asl in via Dei Mille, ormai fatiscente e invendibile. Dunque pensare in grande sì, ma con un progetto adeguato alle necessità di Novara. Credo che l’area dell’ospedale debba essere recuperata anche con bandi europei, ma calibrata su progetti realmente necessari e non faraonici».

«Mi auguro che si vada tutti nella stessa direzione – ha affermato la consigliera del Pd, Sara Paladini – la trasformazione di quella zona deve avere una visione legata anche a un nuovo piano regolatore. Chiedo che venga convocata una nuova commissione per iniziare a definire un tavolo di lavoro ampio e condiviso e una gara di progettazione perchè questo è il nostro nuovo impegno».


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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Sì alla Città della salute. Ma quale destino per l’area dell’attuale ospedale?

Durante la commissione consiliare di ieri, il direttore generale dell'ospedale Mario Minola, ha fatto il punto sulla progettazione della Città della salute di Novara, dichiarando che «il bando sarà pronto già nel mese di giugno» (leggi qui). Nella sua lunga esposizione ha anche dettagliato quella che è stata la lunghissima storia dell'ospedale Maggiore, dalla bolla papale del 1482 che ne certifica la nascita, passando per i progetti di Alessandro Antonelli del 1850 e del 1864 sulla realizzazione del nuovo ospedale mai realizzato fino al 1914 quando la struttura del San Giuliano era stata individuata come possibile nuovo nosocomio ma poi tutto era stato bloccato con lo scoppio della Grande Guerra. E se finalmente, con l'arrivo del finanziamento statale da 95 milioni di euro si può concretamente parlare di Città della salute, il comune di Novara si trova subito a dover fare i conti con un altro problema: quale sarà il destino dell'area attualmente occupata dall'ospedale? Un tema di certo non nuovo, per il quale erano state portate avanti una serie di idee già durante la giunta Giordano e poi Ballarè, ma che ora diventa un argomento di stringente attualità anche perchè dalla vendita di tale area dipenderà molto della liquidità necessaria all'ospedale per coprire il finanziamento.     «L'accordo - ha spiegato Minola - prevede che il Comune si impegni a valorizzare l'area non solo dal punto di vista economico, ma tenendo conto anche dell'aspetto ambientale. Per quanto riguarda la sede di Galliate, la regione dovrà decidere che destinarla o meno ai servizi territoriali». «Per la nostra città - ha sottolineato il consigliere del Pd ed ex vice sindaco, Nicola Fonzo - è una straordinaria opportunità. Il Comune deve decidere dal punto di vista urbanistico, consapevole del fatto che molti edifici sono vincolati dalla Sovrintendenza. Il Comune deve usare tutti gli strumenti necessari per la valorizzazione dell'area che tanto più sarà appetibile, quanto più aiuterà l'ospedale a ripagarsi. Deve esserci un'idea strategica: lì si aprirà un nuovo scenario dal punto di vista urbanistico e della viabilità che rappresenta un'occasione unica per cambiare il volto della città. Gli studi già eseguiti dovrebbero essere ripresi: solo progetti di carattere internazionale posso promuovere un'ampia attenzione». Nel suo intervento il sindaco Alessandro Canelli ha garantito che «il tema del vecchio ospedale non è mai stato trascurato. Nonostante fino a tre giorni da non avessimo la certezza che la Città della salute sarebbe stata davvero realizzata, abbiamo comunque lavorato a delle idee anche con due convegni coinvolgendo il Politecnico di Torino. Due sono gli aspetti fondamentali: interessare l'ospedale che è proprietario dell'area e tenere conto del fatto che si tratta di una zona strategica inserita in altre altrettanto fondamentali come l'università, le caserme, l'Allea, il polo culturale del castello e il centro storico. Bisogna, dunque, coniugare le esigenze dell'ospedale con l'interesse pubblico dello sviluppo di un'area che abbia delle caratteristiche di omogeneità con quello che c'è intorno. Per fare questo sarà necessario il coinvolgimento della società civile ovvero di quelle realtà che possono dare un contributo a questo percorso che cominceremo a immaginare già nelle prossime settimane». La consigliera dem, Milù Allegra, ha sottolineato la necessità di dover «uscire dal provincialismo novarese, puntando a idee di alto livello perché quello sarà un nodo strategico. Cerchiamo di pensare in grande». Un altro aspetto è stato esplicitato dal consigliere di maggioranza Valter Mattiuz: «Facciamo in modo che l'attuale sede dell'ospedale non faccia la fine di quella vecchia dell'Asl in via Dei Mille, ormai fatiscente e invendibile. Dunque pensare in grande sì, ma con un progetto adeguato alle necessità di Novara. Credo che l'area dell'ospedale debba essere recuperata anche con bandi europei, ma calibrata su progetti realmente necessari e non faraonici». «Mi auguro che si vada tutti nella stessa direzione - ha affermato la consigliera del Pd, Sara Paladini - la trasformazione di quella zona deve avere una visione legata anche a un nuovo piano regolatore. Chiedo che venga convocata una nuova commissione per iniziare a definire un tavolo di lavoro ampio e condiviso e una gara di progettazione perchè questo è il nostro nuovo impegno».
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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore