La chiamava o le scriveva quasi ogni giorno. Decine e decine di contatti. E poi appostamenti sotto casa, minacce e insulti: «Vedrai che succede». Già in passato la donna l’aveva denunciato per le continue molestie, e anche nel gennaio dello scorso, di fronte alle pesanti minacce da parte dell’ex compagno, che le ha mandato addirittura una foto con un coltello, era stata costretta a chiamare la polizia di Stato. Poi, nel raccontare le angherie subite, lei aveva parlato anche di rapporti intimi contro la sua volontà. Si sentiva in pericolo e non aveva avuto il coraggio di ribellarsi. Processato in abbreviato per violenza sessuale e stalking, l’ex compagno E.L., novarese di 39 anni, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, con lo sconto di pena di un terzo previsto per il rito alternativo. I giudici hanno anche disposto una provvisionale di 5 mila euro per la vittima, demandando al tribunale civile l’esatta quantificazione del risarcimento dei danni.
Lo scorso inverno era stato proprio l’invio della foto che lo ritraeva mentre impugnava un grosso coltello a scatto ad allarmare l’ex compagna, con la quale l’imputato aveva avuto una tormentata relazione. Il giorno dell’arresto lei era in casa con i figli minorenni e aveva notato l’uomo che si aggirava poco distante. Temendo il peggio aveva quindi chiamato il numero di emergenza. I poliziotti avevano rintracciato l’imputato poco distante, anche sulla base della descrizione fornita dalla vittima. Sulla sua auto, nel portabagagli, era stata trovata una mazza da baseball, mentre addosso all’uomo, nascosti negli slip, erano stati recuperati e sequestrati un taglierino e il coltello a scatto fotografato poco prima e mandatole via messaggio.