«Ho perso la testa, mi sono preso una cotta per te: i tuoi occhi mi fanno impazzire». Queste solo alcune delle parole che l’uomo continuava a ripetere al suo avvocato. La professionista legale seguiva la sua causa di separazione e divorzio dalla moglie e, col passare del tempo, lui era andato decisamente oltre il normale rapporto avvocato-cliente: continuava a mandarle messaggi, in maniera insistente e fastidiosa. Si era invaghito di lei. E, di fronte al totale disinteresse della donna, che gli aveva rimarcato come fosse necessario mantenere ben distinti il piano sentimentale da quello lavorativo, lui insisteva: «Farei di tutto per te».
La mancanza di risposte successive avevano creato non pochi problemi alla civilista novarese. Dalle frasi d’amore, infatti, si era passati alle minacce: «Se non ho una tua risposta, mi taglio la gola. Non scherzo. Se non rispondi mi rendi nervoso, e non sai quanto». Una serie di minacce che ha costretto l’avvocatessa quarantasettenne a rivolgersi ai carabinieri. La sua denuncia ha portato a processo l’ex cliente R.T., cinquantunenne abitante a Cerano, condannato per stalking a 1 anno e 9 mesi di reclusione, oltre al risarcimento dei danni alla vittima costituita parte civile. L’uomo era stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare del divieto di avvicinamento all’abitazione e ai luoghi frequentati dalla parte offesa.
Al centro del processo fatti che si sono verificati a partire dall’aprile del 2022. L’avvocatessa, a un certo punto, aveva paura a uscire di casa e anche in studio si chiudeva sempre a chiave per paura che il cliente piombasse all’improvviso e lei si trovasse da sola, senza i colleghi. Era stata costretta a prendere medicinali per lo stress e i disturbi del sonno. Una volta invitato a non contattarla più, l’uomo le aveva mandato altri messaggi chiedendole perdono: «Non rompo più a nessuno».