#siamoaterra, baristi e ristoratori in piazza: «Un segnale forte ma non violento»

#siamoaterra. È lo slogan della protesta che baristi e ristoratori hanno portato dai social alla piazza. Ieri, giovedì 29 ottobre, alle 18, l’orario previsto dall’ultimo Dpcm per la chiusura dei locali, i rappresentanti di categoria si sono ritrovati sotto i portici di piazza Martiri a contestare le misure governative insieme ai titolari e al personale dello 049 e del Plaza.

«Lo scopo è quello di dare un segnale forte ma non violento perchè il settore della ristorazione come quello dell’intrattenimento è il più colpito – hanno detto Mattia Tosi e Francesco Liguori, rappresentanti Fipe Novara -. Non capiamo la ragione, noi veniamo penalizzati nonostante abbiamo tutto in regola. Vogliamo prendere le distanze da quello che è successo nelle piazze italiane e abbiamo scelto di fare questa protesta solo sui social per evitare disordini che non ci rappresentano. Siamo già un settore in difficoltà e non vogliamo ulteriormente esasperare la situazione».

Presenti anche il sindaco Alessandro Canelli e l’assessore al Commercio Elisabetta Franzoni. «Siamo qui per dimostrare solidarietà questa categoria che ha investito in risorse per poter ottemperare ai protocolli di sicurezza e ora si trovano ancora una volta per terra con grande rischio di non poter continuare l’attivtà nei prossimi mesi di non poter pagare gli stipendi ha dichiarato il primo cittadino -. Ci sono anche tantissime categorie che continueranno ad avere molti problemi, non solo bar, ristoranti e il settore della cultura, ma anche il commercio al dettaglio: c’è un calo dei consumi perchè le persone sono spaventate. Ora servono rispote immediate e certe da parte del Governo che però non risolvono ma sono pagliativi dal punto di vista economico finanziario perchè la situazione è molto complicata. Noi abbiamo dato una mano, quando abbiamo potuto, per l’allargamento dei dehor; se lo Stato di darà la possibilità di consentire uno sgravio delle imposte, e l’ampliamento gratuito dei dehor anche per il 2021, certamente non ci tireremo indietro. Intanto per il 2020 stiamo studiando i rimborsi per determinate categorie».

 

 

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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#siamoaterra. È lo slogan della protesta che baristi e ristoratori hanno portato dai social alla piazza. Ieri, giovedì 29 ottobre, alle 18, l'orario previsto dall'ultimo Dpcm per la chiusura dei locali, i rappresentanti di categoria si sono ritrovati sotto i portici di piazza Martiri a contestare le misure governative insieme ai titolari e al personale dello 049 e del Plaza. «Lo scopo è quello di dare un segnale forte ma non violento perchè il settore della ristorazione come quello dell'intrattenimento è il più colpito - hanno detto Mattia Tosi e Francesco Liguori, rappresentanti Fipe Novara -. Non capiamo la ragione, noi veniamo penalizzati nonostante abbiamo tutto in regola. Vogliamo prendere le distanze da quello che è successo nelle piazze italiane e abbiamo scelto di fare questa protesta solo sui social per evitare disordini che non ci rappresentano. Siamo già un settore in difficoltà e non vogliamo ulteriormente esasperare la situazione». Presenti anche il sindaco Alessandro Canelli e l'assessore al Commercio Elisabetta Franzoni. «Siamo qui per dimostrare solidarietà questa categoria che ha investito in risorse per poter ottemperare ai protocolli di sicurezza e ora si trovano ancora una volta per terra con grande rischio di non poter continuare l'attivtà nei prossimi mesi di non poter pagare gli stipendi ha dichiarato il primo cittadino -. Ci sono anche tantissime categorie che continueranno ad avere molti problemi, non solo bar, ristoranti e il settore della cultura, ma anche il commercio al dettaglio: c'è un calo dei consumi perchè le persone sono spaventate. Ora servono rispote immediate e certe da parte del Governo che però non risolvono ma sono pagliativi dal punto di vista economico finanziario perchè la situazione è molto complicata. Noi abbiamo dato una mano, quando abbiamo potuto, per l'allargamento dei dehor; se lo Stato di darà la possibilità di consentire uno sgravio delle imposte, e l'ampliamento gratuito dei dehor anche per il 2021, certamente non ci tireremo indietro. Intanto per il 2020 stiamo studiando i rimborsi per determinate categorie».    

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