Pulizia dei bacini di accumulo e delle canalizzazioni, informazione mirata ai cittadini, controllo dei lavori, adozione dei cosiddetti “sistemi intelligenti” per la riduzione delle perdite. La Provincia di Novara ha stilato un elenco di interventi da mettere in atto per contrastare la crisi idrica. Buona parte di questi sono inclusi nella pianificazione da 150 milioni di euro messa in campo da Acqua Novara Vco più 16 milioni derivanti dal Pnrr, a fronte di una spesa di 22, da investire entro il 2026.
«Secondo i dati dell’osservatorio permanente sugli utilizzi idrici in questo momento ci troviamo in una situazione di media gravità – ha spiegato la consigliera provinciale con delega all’Ambiente, Maria Rosa Monfrinoli -. È dunque necessario procedere con strategie e monitoraggi dando priorità alla potabilità dell’acqua e all’irrigazione dei campi: ci sono già stati sei incontri con i consorzi per cercare di individuare metodi che possano ricadere in modo positivo sul nostro territorio. Personalmente non ritengo che modificare le nostre colture sia la soluzione: da novarese dico no a coltivazioni diverse da quelle per cui è votato il nostro territorio».
Nel 2022 sono stati 47 i Comuni tra Novara e Vco hanno avuto problemi l’anno scorso con riduzioni d’acqua o trasporto della stessa con autobotti: «Per quanto riguarda l’acqua potabile alcuni dati del periodo 2022-2023 risultano significativi – prosegue Monfrinoli – 50% in meno rispetto al 2021 di precipitazioni atmosferiche, innalzamento delle temperature di 3/5 gradi, -30 giorni all’anno di gelo con conseguenti diminuzioni di livelli di falda sia superficiali che profonde. Sulle linee acquedottistiche Acqua Novara Vco dichiara che le perdite sono del 45%, in linea con il livello nazionale, ma non per questo la situazione è giustificabile».
Sui sistemi irrigui «il 2021 è già stato problematico e seguito da un 2022 peggiore e da una previsione 23 molto preoccupante – aggiunge -. Lo scorso anno abbiamo assistito a conflitti tra le parti: una confitti tra le parti: una guerra dei poveri per l’acqua. Quest’anno, per evitare, una concorrenza che può essere vista in modo sleale, è necessario avviare un approccio sperimentale sul deflusso ecologico».
«Si tratta della portata che un corso deve avere per mantenere in vita gli ecosistemi fluviali – ha sottolineato il dirigente del settore Ambiente, Davide Rabuffetti -. In passato questo valore veniva calcolato sulla base di formule teoriche; ora la Regione sta sollecitando di consorzi a un approccio sperimentale che consente di definire valori concreti per la tollerabilità dei vari corsi d’acqua».
Per quanto riguarda l’approccio alla siccità, il dirigente ha poi aggiunto che «gli interessi in gioco sono contrastanti e noi dobbiamo farli convivere tenendo presente la tutela ambientale e l’esigenza irrigua e idro potabile. Non possiamo possiamo fare i conti con una stagione che ancora non si è avvita perché sarebbe inesatto dal punto di vista statistico. I progetti, comunque, si stanno mettendo in campo ma la carenza idrica di quest’anno dovrà sommarsi a quella di due anni precedenti».
Ha concluso la consigliera specificando che «quello della siccità è un episodio, un evento che speriamo sia limitato nel tempo, e come tale va trattato». E ha aggiunto con il presidente, Federico Binatti: «Strumenti davvero concreti la Provincia non ne ha, ma continueremo a lavorare vicino a consorzi e alle autorità competenti anche per dare una mano agli agricoltori».