«La situazione è da bollettino di guerra. Soprattutto nella Bassa, dalla Lomellina a salire, cominciano a vedersi già le prime perdite dei raccolti, mais persi e risi che si anneriscono. L’acqua disponibile è pari al 10% del fabbisogno ma a seconda delle flessioni giornaliere si arriva anche ad asciugare completamente alcuni canali. Gli agricoltori sono alla disperazione». Queste le parole del direttore generale dell’Est Sesia, Mario Fossati, al termine del tavolo tecnico convocato stamattina, 24 giugno, da Prefettura di Novara e Regione Piemonte, a cui hanno partecipato le province di Novara e Verbania, la prefettura del Vco, le Asl competenti e Acqua Novara Vco.
Secondo il direttore «in prospettiva, oltre alla costruzione dei mini invasi, è necessario pensare allo sfruttamento della falda freatica sotto le risaie che rappresenta una risorsa enorme: se usata bene, potrebbe disporre di un serbatoio d’acqua naturale di estensione venti volte superiore a quella del Lago Maggiore».
Ieri, 23 giugno, durante l’assemblea annuale di Anbi Piemonte (l’Associazione regionale consorzi gestione e tutela del territorio e acque irrigue) che si è tenuta a Torino, l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati – che è anche il coordinatore delle attività del tavolo permanente sull’emergenza – ha annunciato la decisione della Regione di istituire gli Stati Generali dell’Acqua per trovare una soluzione decisa e radicale al problema della siccità e della carenza idrica. I primi tavoli saranno convocati a fine luglio o a settembre e coinvolgeranno tutti i settori interessati, non solo il mondo dell’agricoltura, ma anche quello idroelettrico e idropotabile e gli enti di Governo a tutti i livelli istituzionali.
«Siamo nell’occhio del ciclone di una situazione drammatica – ha sottolineato Vittorio Viora, presidente di Anbi Piemonte e vicepresidente nazionale. Abbiamo dieci-quindici giorni di tempo per dare una risposta al mondo agricolo, poi le coltivazioni potrebbero essere compromesse. Servono misure immediate per salvare il salvabile, poi interventi strutturali per il futuro: da decenni invochiamo inutilmente la realizzazione di bacini e invasi di raccolta delle acque piovane. La siccità di quest’anno evidenzia una crisi senza precedenti, siamo a un punto di non ritorno. Noi l’allarme l’avevamo già dato nell’autunno scorso e dobbiamo riconoscere che la Regione è intervenuta, ma ora serve un piano a più largo respiro».
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