#sicurezzaVera, il progetto ideato dal Gruppo donne imprenditrici di Fipe-Confcommercio contro la violenza di genere nei pubblici esercizi arriva anche a Novara. La nostra città è infatti una delle venti in tutta Italia (e per il momento unica in Piemonte) ad aderire all’iniziativa che ha preso il via lo scorso 28 aprile dopo la sottoscrizione a Roma di un protocollo d’intesa nazionale fra la Federazione nazionale dei pubblici esercizi e la Polizia di Stato.
Dopo Pisa, Matera, Latina, Rimini, Gorizia e Padova, #sicurezzaVera è stata presenta anche a Novara questa mattina, mercoledì 6 ottobre, nel corso di un incontro tenutosi all’Arengo del Broletto nel quale sono intervenuti tra gli altri il neo prefetto Francesco Garsia, il questore Rosanna Lavezzaro e la presdiente nazionale del Gruppo donne imprenditrici di Fipe-Confcommercio, Valentina Picca Bianchi, che ha detto come si tratti di un progetto che nasce «dalla nostra organizzazione, che raccoglie quella che è un po’ l’anima femminile dell’ospitalità italiana: dal bar ai ristoranti, dagli stabilimenti balneari ai locali d’intrattenimento. Ascoltandoci tra noi sono emerse sono emersi tanti particolari di vita quotidiana dove a volte ci si ritrova nell’imbarazzo di ricevere delle attenzioni… non desiderate».
Vere e proprie, ha aggiunto, «forme di violenza, come abbiamo appreso dal confromto diretto con la polizia di Stato, di tutti i generi. Grazie a questa idea vogliamo che i nostri locali diventino dei presidi di sicurezza, cosa che non potevamo concretizzare da sole. Per questo abbiamo immaginato una forma di progetto di collaborazione che abbiamo presentato alla Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, rappresentata dal prefetto Francesco Messina, con la quale abbiamo raggiunto subito un’intesa attraverso la sottoscrizione di un protocollo d’intesa. Meglio lavorare tutti insieme per prevenire prima che sia troppo tardi».
Sottoscritto il documento dallo stesso Messina, da Picca Bianchi e dal presidente nazionale di Fipe, Lino Enrico Stoppani, «abbiamo immaginato di identificare venti città “pilota” entro la fine dell’anno (Novara è al momento l’ottava, ndr), ma ci immaginiamo che la cosa possa estendersi a tappeto il prossimo anno. Ci saranno ulteriori fasi, nel corso delle quali la polizia entrerà nei pubblici esercizi anche utilizzando strumenti digitali, procedendo alla formazione delle persone coinvolte, dalle titolari al personale impiegato».
«Quello della violenza di genere è un tema purtroppo trasversale – ha sottolineato il questore Lavezzaro – molto delicato e che interessa qualunque categoria professionale e lavorativa. Essendo un fenomeno così diffuso, più attori mettiamo in campo per intercettare segnali di disagio, più possibilità abbiamo di intervenire. La cosa importante, però, è che non basta mettere degli attori sul territorio, ma gli stessi devono essere competenti, preparati, che sappiano leggere nella maniera corretta le dinamiche drammaticamente note che sviluppano quando si è in presenza di una denuncia, anche solo per maltrattamento». Per la Polizia, insomma, «si tratterà di avere “antenne” sul territorio, che ci potranno consentire di intervenire in tempo, perché spesso quelle di violenza sono storie già scritte».