A Novara l’inquinamento dell’aria non è ai massimi e, come in quasi tutte le vicine province piemontesi e lombarde, appare in diminuzione. Ma guardando alle norme europee che scatteranno il 1° gennaio 2030, il capoluogo è “fuorilegge”. Per avere aria pulita o, almeno, in regola con la direttiva Ue o in linea con le già attuali indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), la strada della discesa degli inquinanti è ancora lunga visto che i dati di PM10 e PM2,5 degli ultimi giorni alla centralina Arpa di viale Roma, indicano ancora dati troppo spesso superiori a queste nuove soglie.
Appaiono quindi urgenti provvedimenti per salvaguardare la nostra salute, sapendo che in Europa lo smog è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali.
Serve un vero “cambio di passo”, invoca il titolo del rapporto “Mal’Aria di città” sui dati del 2022 appena pubblicato da Legambiente, che inquadra Novara proprio nella citata prospettiva: non è nella “top ten” delle peggiori ed è dietro alla gran parte dei capoluoghi della pianura padana, ma ha ancora davanti anni impegnativi in cui occorrerà attuare nuove politiche ambientali per centrare l’appuntamento europeo.
PARTICOLATO PM10 IN CALO, MA SFORATI I LIMITI GIORNALIERI
Il report “Mal’Aria” colloca Novara al 23° posto fra i 95 capoluoghi sotto esame per la concentrazione di PM10, una delle polveri sottili che si fermano nelle prime vie respiratorie e possono provocare gravi malattie. Nel corso del 2022 a Novara la concentrazione media di PM10 è stata di 30 microgrammi per metrocubo d’aria (il limite di legge attuale è 40, ma l’Ue dice 20 e l’Oms indica 15). E’ pur vero che si è ridotta del 20% nell’ultimo decennio, ma la nostra è ancora tra le 29 città che hanno superato i limiti giornalieri: 43 su un massimo di 35. Per adeguarsi alla direttiva Ue, Novara dovrà calare la media annuale del PM10 ancora del 32% nei prossimi 7 anni, risultando tra le 72 città che sarebbero “fuorilegge”. Legambiente annota che molte di questi capoluoghi, stando agli attuali trend di riduzione, “potrebbero impiegare mediamente altri 17 anni per raggiungere l’obiettivo”.
Peggio di Novara stanno le metropoli come Milano e Torino, e le piemontesi Alessandria e Asti (tutte fra le prime 10), ma anche Vercelli, tra le poche dove il livello di inquinamento è in crescita e che per adeguarsi “potrebbe metterci anche 30 anni”.
Uno sguardo al periodo più recente (quattro mesi dal 1° settembre scorso al 1° febbraio) mostra 22 superamenti dell’attuale limite giornaliero di PM10 di 50 µg/mc, presso la centralina Novara Arpa, di cui 5 già in gennaio. Ma sono 36 i superamenti del limite indicato dall’Oms.
PM 2,5: NOVARA 17ª IN ITALIA
Non migliore la situazione guardando anche all’altra “polvere sottile” di particolato sospeso nell’aria, quattro volte più piccola e quindi più pericolosa, che è il PM2,5. Novara è 17ª in Italia e quarta in Piemonte (sempre dietro Torino, Alessandria e Asti) con una media annuale di 19 microgrammi/metro cubo (in regola con il limite attuale di 40, ma non con la direttiva Ue a 10 e nemmeno con il 15 indicato dall’Oms). Qui la strada è ancora più lunga, perché Novara (che è fra le 71 città sopra i nuovi limiti) dovrà ridurre la concentrazione di PM2,5 del 47% nei prossimi sette anni.
Negli ultimi quattro mesi i superamenti giornalieri dell’attuale soglia sono stati 22 (il periodo più lungo anche qui attorno a Natale), ma rispetto alle più stringenti indicazioni dell’Oms i superamenti sono stati 143, tra cui 66 giorni consecutivi (il massimo consentito è 35) dal 16 novembre al 20 gennaio.
NO2, ANCHE QUI NOVARA SOPRA I LIMITI UE
Con il terzo inquinante analizzato dal report “Mal’Aria”, il biossido di azoto (NO2), un gas tossico irritante per le mucose e responsabile di malattie respiratorie, Novara è messa un po’ meglio, al 27° posto tra i 94 capoluoghi esaminati con una media annuale di 25 µg/mc, valore decisamente inferiore al limite dell’attuale normativa che è 40 (sono sotto tutte le città italiane), ma è superiore al futuro limite europeo (20) che vede “fuorilegge” 57 capoluoghi e oltre il doppio di quello indicato dall’Oms, cioè 10.
DALLE “ZEZ” ALLE “LEZ”, LE PROPOSTE CONTO LO SMOG
Dopo aver fotografato la situazione, Legambiente avanza alcune proposte affinché le città italiane possano diventare “clean cities”, secondo il nome di una campagna di sensibilizzazione appena avviata.
Si tratta di interventi “a misura di città” come il passaggio dalle ZTL alle “ZEZ”, ovvero “Zone a zero emissioni” secondo l’esperienza dell’area B di Milano e la creazione di “LEZ” (Low Emission Zone) per il riscaldamento domestico, da riqualificare attraverso un piano per riconvertire le abitazioni con l’uso di Superbonus.
Il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani aggiunge «la promozione della mobilità sostenibile attraverso investimenti importanti sul trasporto pubblico, il ridisegno dello spazio cittadino con pedonalizzazioni e zone 30, politiche di promozione dell’uso delle due ruote in sicurezza, la diffusione delle reti di ricarica dei mezzi elettrici, facilitando la scelta di ridurre fortemente l’uso dell’auto privata».
«Chiediamo al Governo, alle Regioni e ai Comuni – conclude – di mettere in campo azioni coraggiose per creare città più pulite e sicure. La salute è un diritto fondamentale che non può essere compromesso».
Una risposta
Ma oerché questa amministrazione comunale ha mai fatto qualcosa per l’aria e l’ambiente?