Nel parcheggio davanti all’ex macello di piazza Pasteur fa bella mostra la tensostruttura montata la scorsa settimana. Un tendone, quasi un «piccolo circo», come ha ironicamente commentato qualcuno, al momento (lunedì mattina) ancora vuoto, ma che dovrebbe accogliere alcuni operatori del mercato che non possiedono una struttura fissa durante le varie fasi dell’intervento di riqualificazione dell’intera area. Lavori che riguarderanno anche il rifacimento del corridoio centrale, la realizzazione di nuovi pozzetti e di tre nuovi bagni, uno dei quali riservati alle persone diversamente abili».
«Siamo soddisfatti perché ci è stata data l’opportunità di continuare a lavorare senza spostarci», hanno spiegato Antonio Centrella e Federico Spinelli. Il primo è da sempre una figura di riferimento degli addetti della zona come del Mercato coperto di viale Dante, con il suo banco di frutta; il secondo è invece un rivenditore di accessori con una postazione non fissa e quindi maggiormente interessato a un eventuale spostamento, «quando e se sarà necessario».
«Le alternative che ci avevano prospettato – hanno aggiunto – avrebbero invece portato a una vera e propria “divisione” del mercato. Questo genere di attività funzionano quando sono al completo. Siamo abituati a un tipo di clientela che quando viene magari per acquistare frutta e verdura poi si ferma nei generi vari e viceversa. Insomma, ognuno trascina l’altro».
Una soluzione, ha ricordato Centrella, «tra l’altro frutto di un accordo con il precedente assessore (Elisabetta Franzoni, ndr), nonostante un tentativo da parte dell’attuale amministrazione, al momento del suo insediamento, di cambiare le cose. Da questo punto noi siamo stati irremovibili: non è cambiato il sindaco e nemmeno il colore politico. Per noi valevano gli accordi presi prima».
Qualche altra polemica si è poi registrata dopo che la ditta incaricata dei lavori si era detta disponibile a gratuitamente ai mercatali come “compensazione” nuovi box, uguali per tutti. Ancora Centrella: «Buona come idea, ma se mi danno un contenitore poi lo si deve riempire. Per qualcuno avrebbe voluto dire rinnovare l’attrezzatura, che devono come sempre rispettare determinate norme, ritrovandosi a dover affrontare una spesa non indifferente. Personalmente sarebbe stata una soluzione che avrei anche accettato, come al tempo stesso avevo proposto di posizionarci tutti su un’unica fila, evitando l’attuale situazione che ci vede a… macchia di leopardo». Quello che in ogni caso continua a preoccupare maggiormente sono le tempistiche dell’intero intervento: «Onestamente speravamo che i lavori potessero durare di meno (l’attuale cronoprogramma, illustrato la scorsa settimana in Commissione, è fissato in 262 giorni, ndr). Speriamo che non ci siano intoppi e che i tempi vengano rispettati».