«Sono orgogliosa della mia mamma»

Il kit di copertura, due pollici all’insù, l’espressione di chi prova a far trasparire un sorriso, anche se appena accennato. «Sono orgogliosa della mia mamma, ci vuole un certo carattere per amare un mestiere che in pochi cercano di fare, perché ti mette spesso a rischio», parla così la novarese Greta Di Muro: sua madre, Mara Veneroni, da circa 14 anni lavora all’istituto Sacco di Milano e si occupa della sanificazione di sale operatorie e reparti di terapia intensiva.

 

 

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«Al termine del turno arriva a casa stremata, non sempre riusciamo a parlarci perché svolge anche altre mansioni e corre da un capo all’altro di Milano, – racconta Greta – cosa mi dice quando ci sentiamo? Niente di speciale, ma sono parole di speranza, mi dice “Facciamo il meglio possibile, tutto andrà bene, ci vogliamo credere”. Io sono orgogliosa di lei, è la mia mamma ma anche il mio papà; il lavoro che fa la mette a rischio, lei ha un carattere forte, ci vuole fegato e lei ne ha. Sono orgogliosa in generale di tutti i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari, tutti stanno facendo un grande lavoro per tutti noi».

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«Sono orgogliosa della mia mamma»

Il kit di copertura, due pollici all’insù, l’espressione di chi prova a far trasparire un sorriso, anche se appena accennato. «Sono orgogliosa della mia mamma, ci vuole un certo carattere per amare un mestiere che in pochi cercano di fare, perché ti mette spesso a rischio», parla così la novarese Greta Di Muro: sua madre, Mara Veneroni, da circa 14 anni lavora all’istituto Sacco di Milano e si occupa della sanificazione di sale operatorie e reparti di terapia intensiva.

 

 

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«Al termine del turno arriva a casa stremata, non sempre riusciamo a parlarci perché svolge anche altre mansioni e corre da un capo all’altro di Milano, – racconta Greta – cosa mi dice quando ci sentiamo? Niente di speciale, ma sono parole di speranza, mi dice “Facciamo il meglio possibile, tutto andrà bene, ci vogliamo credere”. Io sono orgogliosa di lei, è la mia mamma ma anche il mio papà; il lavoro che fa la mette a rischio, lei ha un carattere forte, ci vuole fegato e lei ne ha. Sono orgogliosa in generale di tutti i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari, tutti stanno facendo un grande lavoro per tutti noi».

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