Stoccava in casa chili e chili di sostanze stupefacenti in attesa di essere vendute ai singoli consumatori. Lo scorso ottobre i carabinieri l’avevano fermato sul ponte di Oleggio, trovando un primo carico, e poi a casa a Cureggio avevano trovato altra droga. In carcere da allora, C.E.M., cittadino di origine marocchina di 46 anni, già noto alle forze dell’ordine, è stato condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione per detenzione ai fini di spaccio. Una pena più contenuta rispetto agli 8 anni chiesti dal pm.
L’operazione era scattata dopo una normale controllo su strada: l’auto del quarantenne era stata fermata sulla statale all’altezza del comune di Oleggio, a rientro dalla Lombardia. Allo stop dei carabinieri, l’uomo si era mostrato particolarmente nervoso, destando sospetti: a un primo esame, infatti, i militari avevano trovato sul sedile anteriore del veicolo una confezione di cellophane contenente due chili di cocaina, non ancora suddivisa in dosi. Ai successivi accertamenti era emerso che l’uomo era residente in un casolare alla periferia di Cureggio: qui, in un armadio metallico, erano stati rinvenuti 13 chili e mezzo di hashish divisi in dosi da mezzo chilo, la strumentazione per il confezionamento della droga e 3.700 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività illecita. Da qui l’arresto. Fra l’altro il quarantenne, in quel periodo, era sottoposto all’affidamento in prova per una precedente condanna a 4 anni inflitta in Veneto: evidentemente, nonostante le prescrizioni, non aveva interrotto la sua attività. Secondo le ipotesi investigative, l’uomo si riforniva oltre Ticino e poi stoccava la droga a Cureggio in attesa di rifornire a sua volta un certo numero di pusher. Insomma, un grossista.
Il blitz si era inserito in un contesto più ampio di controllo che avevano lo scopo di intercettare anche i fenomeni di microcriminalità.