Già condannata qualche mese fa a quattro mesi di reclusione nell’ambito del maxi processo per l’operazione Tresca – indagine dei carabinieri del 2020 con oltre venti imputati per lo spaccio di cocaina fra le province di Novara, Vercelli e Biella – una novarese di 36 anni, L.M., è stata di nuovo arrestata in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Novara per cessione di stupefacenti ed estorsione ai danni di una acquirente.
Proprio la cliente di droga, a marzo, l’ha denunciata rivolgendosi alle forze dell’ordine. Ha raccontato di essere pesantemente minacciata dalla pusher da cui comprava abitualmente le dosi. In pratica, sarebbe emerso nelle scorse settimane nel corso delle indagini, che la trentaseienne chiedeva il pagamento dei crediti in maniera insistente, lasciando intendere conseguenze negative in caso di mancata consegna dei soldi: «Se ci incontriamo per strada chissà cosa può succedere», avrebbe detto alla consumatrice. Quest’ultima ha sostenuto di averle dato diverse migliaia di euro negli ultimi due anni. Da qui la richiesta di misura cautelare avanzata dalla procura e accolta dal giudice.
Durante la perquisizione a casa dell’arrestata non è stata però trovata alcuna sostanza stupefacente. E all’interrogatorio di garanzia la donna ha negato su tutta la linea le minacce, sostenendo che quanto chiesto era soltanto il denaro che le spettava.