Spaccio alla Bicocca e alla Rizzottaglia: condannati i due fratelli responsabili dell’attività illecita

Le operazioni erano state scoperte lo scorso anno dai carabinieri di Novara a conclusione dell’operazione "Movida". Le piantine venivano coltivate in due locali in corso 23 Marzo e in un sotterraneo di palazzina di via Bainsizza

Decine di cessioni in città, soprattutto nei quartieri della Bicocca e della Rizzottaglia, e fra i giovani protagonisti del divertimento serale. Le avevano scoperte lo scorso anno i carabinieri di Novara a conclusione dell’operazione “Movida”. Ai vertici del vasto gruppo di spacciatori, che riuscivano a gestire centinaia di ordinazioni di cocaina, hashish, marijuana (sostanza che erano pronti anche a coltivare) provenienti soprattutto dai giovani del divertimento serale, c’erano due fratelli egiziani nella cui abitazione, in un blitz risalente al gennaio 2021, erano stati sequestrati 1,2 chili di cocaina, 1 chilo di hashish, 28,5 chili di marijuana, e scoperti due locali adibiti a serra per la coltivazione di piantine, uno in corso 23 Marzo e l’altro nel sotterraneo di palazzina di via Bainsizza, nel rione Bicocca. E poi c’erano circa 100 mila euro in contanti: erano talmente tanti che per contarli, senza perdere tempo, veniva usata una macchinetta contasoldi.

Arrestati nell’ambito dell’operazione «Movida», Hamdi e Karim Salim M., 29 e 24 anni, di origine egiziana ma nati e residenti a Novara, hanno patteggiato rispettivamente 5 anni e 4 anni di reclusione. La sentenza è definitiva. Il primo, definito una sorta di «deus ex machina» dell’attività illecita, all’inizio di quest’anno aveva anche provato a evadere dai domiciliari con braccialetto elettronico, ma è stato poi rintracciato e nuovamente arrestato.

L’indagine dei carabinieri era partita proprio con il blitz a casa dei due fratelli. Poi si era pian piano allargata andavano a individuare una rete di spaccio che dalla città si ramificava anche nei comuni vicini. Secondo le stime degli investigatori il gruppo gestiva circa 1 chilo e mezzo di cocaina e 10 chili di marijuana ogni mese, anche nei periodi delle restrizioni per il Covid. Alcuni acquirenti diventavano a loro volta pusher. I carabinieri ne avevano individuati 27: alcuni hanno già patteggiato la pena, altri, la maggior parte, hanno chiesto la messa alla prova ai servizi sociali evitando così il processo. E infine qualcuno è andato a giudizio ordinario ed il processo è tuttora in corso.

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Spaccio alla Bicocca e alla Rizzottaglia: condannati i due fratelli responsabili dell’attività illecita

Le operazioni erano state scoperte lo scorso anno dai carabinieri di Novara a conclusione dell’operazione “Movida”. Le piantine venivano coltivate in due locali in corso 23 Marzo e in un sotterraneo di palazzina di via Bainsizza

Decine di cessioni in città, soprattutto nei quartieri della Bicocca e della Rizzottaglia, e fra i giovani protagonisti del divertimento serale. Le avevano scoperte lo scorso anno i carabinieri di Novara a conclusione dell’operazione “Movida”. Ai vertici del vasto gruppo di spacciatori, che riuscivano a gestire centinaia di ordinazioni di cocaina, hashish, marijuana (sostanza che erano pronti anche a coltivare) provenienti soprattutto dai giovani del divertimento serale, c’erano due fratelli egiziani nella cui abitazione, in un blitz risalente al gennaio 2021, erano stati sequestrati 1,2 chili di cocaina, 1 chilo di hashish, 28,5 chili di marijuana, e scoperti due locali adibiti a serra per la coltivazione di piantine, uno in corso 23 Marzo e l’altro nel sotterraneo di palazzina di via Bainsizza, nel rione Bicocca. E poi c’erano circa 100 mila euro in contanti: erano talmente tanti che per contarli, senza perdere tempo, veniva usata una macchinetta contasoldi.

Arrestati nell’ambito dell’operazione «Movida», Hamdi e Karim Salim M., 29 e 24 anni, di origine egiziana ma nati e residenti a Novara, hanno patteggiato rispettivamente 5 anni e 4 anni di reclusione. La sentenza è definitiva. Il primo, definito una sorta di «deus ex machina» dell’attività illecita, all’inizio di quest’anno aveva anche provato a evadere dai domiciliari con braccialetto elettronico, ma è stato poi rintracciato e nuovamente arrestato.

L’indagine dei carabinieri era partita proprio con il blitz a casa dei due fratelli. Poi si era pian piano allargata andavano a individuare una rete di spaccio che dalla città si ramificava anche nei comuni vicini. Secondo le stime degli investigatori il gruppo gestiva circa 1 chilo e mezzo di cocaina e 10 chili di marijuana ogni mese, anche nei periodi delle restrizioni per il Covid. Alcuni acquirenti diventavano a loro volta pusher. I carabinieri ne avevano individuati 27: alcuni hanno già patteggiato la pena, altri, la maggior parte, hanno chiesto la messa alla prova ai servizi sociali evitando così il processo. E infine qualcuno è andato a giudizio ordinario ed il processo è tuttora in corso.

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