Tutto è iniziato una sera di giugno dell’anno scorso quando i carabinieri della stazione di Arona durante un controllo hanno fermato un ragazzo trovato in possesso di 6 “palline” di cocaina, per un totale di 5 grammi; da lì si è dipanata una vasta indagine, durata 4 mesi, che ha permesso (attraverso intercettazioni, analisi dei tabulati, servizi di osservazione e pedinamento, oltre a rintracciare e ascoltare una ottantina di “clienti”) di portare alla luce un vasto giro di stupefacenti, in prevalenza cocaina, destinata anche ai frequentatori della movida sul lago Maggiore.
Questa mattina, carabinieri di Arona, Novara, Verbania con l’ausilio dell’elicottero del nucleo di Volpiano e del nucleo cinofilo, hanno eseguito un provvedimento, firmato dal gip di Verbania, a carico di 27 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di detenzione di droga e spaccio continuato in concorso.
Delle 27 misure eseguite, 13 sono custodie cautelari in carcere (a carico di 5 albanesi, 7 italiani e un marocchino), 14 sono obblighi di dimora nei confronti di 6 albanesi, 7 italiani e di un cittadino di origine dominicana.
L’attività di spaccio, così hanno appurato le indagini degli investigatori, si svolgevano prevalentemente in zona, tra Arona, Castelletto Ticino e paesi vicini.
«Gli accertamenti svolti – dicono gli investigatori – hanno portato alla luce un preoccupante spaccato sociale nel quale si è rilevato il coinvolgimento nelle attività illecite di molte persone, attratte dall’aspettativa di facili guadagni derivanti dalla vendita di droga che veniva acquistata da persone di ogni ceto sociale, dall’avvocato al medico, dall’impiegato comunale al libero professionista, fino ad arrivare ai giovani frequentatori dei locali notturni. La città di Arona è diventata recentemente un vero e proprio punto di riferimento per i ragazzi di ogni età, sia piemontesi sia delle vicine province lombarde, a causa della presenza di numerosi locali che animano ogni fine settimana la ‘movida’ sul Lago Maggiore. L’attività svolta, in definitiva, ha così permesso di scardinare uno dei più importanti canali di spaccio di stupefacenti che ha interessato nel corso degli ultimi anni gran parte del territorio situato sul versante piemontese del Lago Maggiore».