Un anno e 8 mesi, pena sospesa. Questa la condanna per un ragazzo di nazionalità marocchina a processo con l’accusa di essere uno degli spacciatori che rifornivano il mercato locale dando appuntamento ai clienti nel folto dei boschi nella zona fra Borgomanero e Gozzano. Il ragazzo, 23 anni, era stato arrestato nel febbraio di quattro anni fa dai carabinieri di Arona in conclusione di indagini avviate nel maggio del 2015 sulla scorta di alcune informazioni che riferivano dell’esistenza di una sorta di “market della droga a cielo aperto”.
Servizi di pedinamenti e osservazioni, prima, di intercettazioni poi, avevano portato alla luce un giro di spaccio di cocaina, eroina, hashish e marijuana, che avveniva per lo più di notte nei boschi tra Gozzano e Borgomanero. L’operazione culminò a febbraio del 2016 con quattro arresti.
Già usciti di scena con riti alternativi in tre, a dibattimento è rimasto solo il 23enne, incensurato,che si è sempre dichiarato estraneo a quanto gli veniva contestato.
Molti i testimoni ascoltati in aula nel corso delle numerose udienze del processo, quasi tutti ragazzi che in quegli anni acquistavano droga in quella zona ma molti non hanno riconosciuto nel giovane imputato colui che avrebbe ceduto loro le dosi.
«Andavo quasi tutti i giorni a comprare la droga ma l’ho visto una volta sola – aveva riferito un teste – e non so cosa facesse in quel posto, se fosse un venditore o un acquirente». «Non mi sembra di conoscerlo anche perché uscivano dai boschi con il cappuccio in testa o con un cappello».
Per l’accusa nessun dubbio sulla sua colpevolezza e in conclusione di requisitoria il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 6 anni e 8 mesi. Ma proprio sul mancato riconoscimento da parte dei testimoni aveva puntato il dito la difesa.
«Una ventina di testi ascoltati – aveva detto il difensore – e nessuno lo ha riconosciuto» ed aveva concluso chiedendo l’assoluzione.
Nei giorni scorsi la sentenza: un anno e 8 mesi, con la sospensione condizionale. Il difensore ha preannunciato appello.