Spaccio nei boschi con aggressione ai clienti: gregario dei pusher condannato

Cinque anni e dieci mesi a A.G., 47enne di Oleggio, con l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici, per concorso in spaccio, sequestro e rapina

Un vero e proprio mercato a cielo aperto nei boschi, in una zona più volte monitorata dalle forze dell’ordine a ridosso del fiume Ticino. Una zona nei boschi di Oleggio in cui era comparsa, quattro anni fa per la prima volta, anche la vendita di stupefacenti in cambio di sesso. E dove non ci si era fatti scrupoli a malmenare e derubare un cliente e la sua fidanzata, perché la donna piaceva a uno dei pusher.

Per l’indagine conclusa dai carabinieri di Novara due anni fa con la scoperta di una lunga serie di cessioni, A.G., 47enne di Oleggio, è stato condannato a 5 anni e 10 mesi di reclusione, con l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici, per concorso in spaccio, sequestro e rapina. Il pm aveva chiesto 3 anni e mezzo, mentre il suo difensore aveva chiesto l’assoluzione facendo riferimento al fatto che alcuni testimoni, acquirenti della droga, parlavano di «persone incappucciate», quindi difficili da riconoscere, e che nessuno aveva fatto il nome del suo assistito

Secondo l’accusa, l’imputato aveva un ruolo di ausiliario della banda di spacciatori che all’epoca gravitava nella zona di via Vecchio Ticino a Oleggio, vicino alla «Madonnina»: presentava loro i clienti, forniva la carbonella per «cucinare» la droga, e portava loro il materiale con cui venivano sistemate tende e capanni che ospitavano i pusher per bivaccare nei boschi. E infine era indicato in album fotografici come uno dei quattro aggressori che il 23 giugno 2021 aveva malmenato il fidanzato di una «cliente» su cui uno spacciatore nutriva qualche interesse. L’uomo, testimoniando al processo, ha detto di essere stato costretto a scendere dall’auto, e poi di essere stato malmenato, spogliato, legato a un albero, e minacciato con delle armi: «Mi hanno preso il cellulare e dei soldi. Alla fine sono riuscito a slegarmi, scappare, e ho chiesto aiuto in un paese vicino, dove mi hanno dato anche dei vestiti». La vittima aveva parlato di quattro persone: lo avevano circondato e trascinato fuori dall’auto non appena era arrivato con l’auto ai margini dei boschi

Per la stessa indagine, in udienza preliminare, cinque persone erano state condannate in abbreviato e altre cinque avevano patteggiato.

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Spaccio nei boschi con aggressione ai clienti: gregario dei pusher condannato

Cinque anni e dieci mesi a A.G., 47enne di Oleggio, con l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici, per concorso in spaccio, sequestro e rapina

Un vero e proprio mercato a cielo aperto nei boschi, in una zona più volte monitorata dalle forze dell’ordine a ridosso del fiume Ticino. Una zona nei boschi di Oleggio in cui era comparsa, quattro anni fa per la prima volta, anche la vendita di stupefacenti in cambio di sesso. E dove non ci si era fatti scrupoli a malmenare e derubare un cliente e la sua fidanzata, perché la donna piaceva a uno dei pusher.

Per l’indagine conclusa dai carabinieri di Novara due anni fa con la scoperta di una lunga serie di cessioni, A.G., 47enne di Oleggio, è stato condannato a 5 anni e 10 mesi di reclusione, con l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici, per concorso in spaccio, sequestro e rapina. Il pm aveva chiesto 3 anni e mezzo, mentre il suo difensore aveva chiesto l’assoluzione facendo riferimento al fatto che alcuni testimoni, acquirenti della droga, parlavano di «persone incappucciate», quindi difficili da riconoscere, e che nessuno aveva fatto il nome del suo assistito

Secondo l’accusa, l’imputato aveva un ruolo di ausiliario della banda di spacciatori che all’epoca gravitava nella zona di via Vecchio Ticino a Oleggio, vicino alla «Madonnina»: presentava loro i clienti, forniva la carbonella per «cucinare» la droga, e portava loro il materiale con cui venivano sistemate tende e capanni che ospitavano i pusher per bivaccare nei boschi. E infine era indicato in album fotografici come uno dei quattro aggressori che il 23 giugno 2021 aveva malmenato il fidanzato di una «cliente» su cui uno spacciatore nutriva qualche interesse. L’uomo, testimoniando al processo, ha detto di essere stato costretto a scendere dall’auto, e poi di essere stato malmenato, spogliato, legato a un albero, e minacciato con delle armi: «Mi hanno preso il cellulare e dei soldi. Alla fine sono riuscito a slegarmi, scappare, e ho chiesto aiuto in un paese vicino, dove mi hanno dato anche dei vestiti». La vittima aveva parlato di quattro persone: lo avevano circondato e trascinato fuori dall’auto non appena era arrivato con l’auto ai margini dei boschi

Per la stessa indagine, in udienza preliminare, cinque persone erano state condannate in abbreviato e altre cinque avevano patteggiato.

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