È stato rinnovato questa mattina, 20 marzo, il protocollo d’intesa per lo “Spazio Fragilità”, il servizio che vede coinvolti l’Università del Piemonte Orientale, il Comune di Novara e le associazioni di volontariato rappresentate dal Centro Servizi per il Territorio Novara e Vco. Il rinnovo si inserisce nell’ottica di sostenere l’operatività dei tavoli tematici anziani e disabilità, e di garantire la continuità del servizio di informazione e orientamento per persone anziane o con disabilità nella sede dell’Asl di Novara.
Il valore aggiunto del protocollo d’intesa firmato questa mattina è rappresentato dall’opportunità di prevedere l’inserimento di altre due linee operative: da un lato, le comunità di pratica e, dall’altro, l’identificazione di un tavolo strategico progettuale. Nel concreto si tratta della creazione di uno spazio collaborativo di volontari e operatori con l’obiettivo di condividere esperienze e risorse nell’ambito dell’integrazione socio-assistenziale e nell’innovazione dei servizi.
«La legge sull’integrazione socio-sanitaria di fatto è rimasta demandata alla buona volontà dei dirigenti che parlandosi e dialogandosi l’hanno realizzata, in mancanza dei decreti attuativi. Questo è un caso in cui grazie alla lungimiranza dell’Asl, dalla dirigenza dei servizi sociali del comune, del privato sociale e dell’università si è potuto realizzare uno sportello che si prende cura delle persone più fragili con una maggiore efficacia operativa e una particolare attenzione alle problematiche di natura psicologica» ha spiegato il sindaco di Novara Alessandro Canelli.
A spiegare come funziona lo sportello è stato il direttore dell’Asl Angelo Penna «in questo spazio si lavora insieme per prendere in carico le richieste provenienti dalla cittadinanza relative a problematiche degli anziani, dei disabili e dei minori» che ha aggiunto «è il modello che dovremo adottare per l’ospedale di comunità che prenderà vita nell’ex sede del Bermani, i cui lavori sono stati avviati e dovrebbero, auspicabilmente terminare entro giugno 2026».
Per il Cst è intervenuto il vicepresidente Daniele Giaime che ha raccontato come il protocollo firmato questa mattina sia «il consolidamento di un lavoro durato dieci anni. Le associazioni del terzo settore hanno, in questo tempo, fatto da antenna e da catalizzatore di una serie di tematiche del territorio, costruendo una comunità che cura, che risponde, che si interroga, fa proposte e le fa insieme all’ente pubblico. Così abbiamo potuto creare sviluppo e welfare generativo, grazie alla collaborazione e al confronto tra il volontariato e le istituzioni».
Sulla necessità di confrontarsi e progettare insieme al privato sociale è intervenuta anche l’assessora alle Politiche Sociali del comune di Novara Teresa Armenti che ha spiegato come «sia necessario agire in maniera strutturata perché lo chiede la progettazione e la partecipazione ai bandi. Da un lato è evidente che da solo il terzo settore non ce la fa, ma dall’altro il comune ha bisogno del terzo settore. Questo è l’esempio di una modalità di andare avanti in maniera competente ed efficace».
La professoressa Eliana Baici ha spiegato come l’Università del Piemonte Orientale ha portato il suo supporto all’iniziativa nell’ambito della Terza missione «la collaborazione in questa iniziativa si inserisce pienamente nel ruolo che l’Università vuole avere sul territorio. Grazie a questa esperienza abbiamo potuto fornire un supporto concreto nel monitoraggio delle attività e nel trasferire un metodo di utilizzo delle risorse per costruire una rete di welfare innovativo».
Lo spazio è aperto dalle 9 alle 11 il martedì, mercoledì e giovedì e nell’ultimo anno ha intercettato circa 200 persone che si sono rivolte per problematiche legate al mondo degli anziani e dei minori, ma anche delle disabilità.