Si era convinto che il legame che c’era tra di loro fosse una relazione sentimentale e non una semplice, anche se profonda, amicizia. E così, ritenendo che lei non potesse frequentare altre persone o, peggio, avere un fidanzato, aveva iniziato a perseguitarla: non solo frequenti messaggi, a tutte le ore del giorno, dal tono ingiurioso e minaccioso ma anche appostamenti sotto la sua abitazione.
Una situazione che si era protratta per più di un anno, nel corso del quale la giovane donna era stata costretta a cambiare radicalmente le proprie abitudini di vita, chiedendo spesso agli amici di riaccompagnarla a casa la sera per paura di incontrarlo e arrivando persino a cambiare abitazione.
Un trasferimento che tuttavia non l’aveva messa al riparo dalle “attenzioni” dell’uomo che, in alcuni messaggi che le aveva inviato, aveva mostrato di sapere alcuni particolari del posto in cui si era trasferita.
Lei, comprensibilmente impaurita, si era rivolta alla polizia e per l’uomo era scattato un provvedimento di ammonimento del Questore cosa che, stando almeno a quanto la donna aveva poi denunciato, non aveva fermato l’escalation dei messaggi.
A quel punto era scattata la denuncia e l’uomo, cinquantenne, è finito a processo con l’accusa di stalking. Il pubblico ministero ha chiesto la condanna a 2 anni, il giudice lo ha condannato alla pena di un anno e 2 mesi.