Stop allo stato di emergenza, da oggi nuove regole. A Novara meno contagi ma ancora in crescita

Novarese e Piemonte aree meno contagiate d'Italia ma i casi aumentano da inizio marzo. Ospedali piemontesi con il minor tasso di occupazione dei posti letto, ma ieri in provincia balzo a 4 malati in rianimazione e 3 decessi. Tutte le nuove regole per uso dei green pass, mascherine e quarantena

Venerdì 1° aprile, primo giorno fuori dall’emergenza Covid da oltre due anni, ma se le regole si allentano la prudenza indica di mantenere alta l’attenzione per proteggersi dal virus. I casi positivi infatti, con la nuova variante Omicron 2, sono tornati a salire dopo il minimo di inizio marzo, anche nel Novarese che pure si segnala tra le dieci province a minor contagio, in una regione, il Piemonte, che continua a mantenere da tempo il più basso tasso di positività d’Italia (Valle d’Aosta a parte).

Situazione confortante, in Piemonte, anche negli ospedali dove i ricoveri sono in lieve calo e l’occupazione dei posti letto è ampiamente sotto gli standard. Fa tuttavia eccezione il Novarese dove, a fronte di un calo di ricoveri, si è in presenza di un balzo di pazienti in terapia intensiva e, ieri 31 marzo, anche di un numero record di decessi.

GLI ULTIMI DATI NOVARESE E PIEMONTESI

Vediamo gli ospedali (dati forniti dalle rispettive aziende sanitarie): ieri 31 marzo erano 52 i ricoverati tra il Maggiore di Novara (38) e il SS. Trinità di Borgomanero (14), cioè 5 in meno di mercoledì e 8 in meno di giovedì 17. Tuttavia sono saliti a 4 i pazienti in terapia intensiva (2 per ospedale, come il giorno prima): per lo stesso numero occorre risalire all’8 marzo dopo che in queste settimane in diversi giorni, anche recenti, le rianimazioni non avevano pazienti Covid. Ieri inusualmente alto anche il numero dei decessi: 3 (due al Maggiore, un uomo di 73 anni e una donna di 65, ed uno a Borgomanero), un numero che non si registrava dall’8 marzo e con diversi giorni senza decessi (al SS. Trinità a marzo sono morte con Covid solo due persone).

Il Piemonte (dati Ministero della Salute) ha un andamento stabilizzato di ricoveri e registra meno pazienti sia in area non critica (598 ieri, -16 sul giorno prima) sia in terapia intensiva (22 ieri, -2 sul giorno prima), ma soprattutto evidenza il minor tasso di occupazione dei posti letto nei ricoveri (8,8%, con la media italiana la 15,2%) e tra i minori per l’occupazione di terapie intensive (3,5%, media italiana 5%).

Nuovi contagi e persone attualmente positive in crescita, ma di fatto con un andamento piuttosto stabilizzato negli ultimi giorni, anche in Piemonte, ma con dati tra i più bassi d’Italia. Ieri in provincia di Novara 272 nuovi tamponi positivi (75, 1 su centomila abitanti, a fronte di una media nazionale di 123,2) e incidenza (casi settimanali su 100mila abitanti) salita a 414 (in Piemonte 454) che è pur sempre quasi la metà del valore 826 registrato in Italia. Dati che pongono il Piemonte come seconda regione (dietro la Valle d’Aosta) tra le meno contagiate ed egualmente Novara 8ª tra le 107 province italiane per minore incidenza (incidenza maggiore a Lecce, 1.709) e comunque dietro ad altre tre piemontesi: Cuneo, Biella e Vercelli.

Le persone contagiate in Provincia di Novara (secondo i dati dell’Unità di crisi Covid Regione Piemonte) sono al 31 marzo 1.697, il 45% in più del 3 marzo, quando si toccò il minimo di quest’anno, 1.169 positivi, dopo la forte discesa dal picco record della pandemia di 10.245 raggiunto il 16 gennaio scorso. Il dato è comunque superiore solo del 6,5% rispetto ai 1.594 positivi di sette giorni prima, segno che è in atto un rallentamento della crescita.

L’indice di positivi è di 4,38 ogni mille abitanti in provincia, con un valore maggiore nell’area dell’alto Novarese (5,03) rispetto all’area sud (4,38). Tra i comuni più grandi la maggior presenza di contagiati su popolazione è a Gattico-Veruno (6,2 su mille abitanti), poi Galliate (5,1), Arona (5,09), Borgomanero (4,99 con 106 positivi), Borgo Ticino (4,81), Novara (4,59 con 468 positivi) e Oleggio (4,16). Guardando anche ai comuni minori si segnalano Pettenasco con il 2,2% di popolazione positiva, Vinzaglio (1,86%), Landiona (1,48%), Ameno (1,47%) e Divignano (1,22%). Il 31 marzo i comuni senza contagiati erano solo 4 (contro 7 di una settimana prima): Castellazzo Novarese, Mandello Vitta, Sillavengo e Soriso.

In Piemonte la fine dello stato di emergenza comporta la formale chiusura dell’attività dell’Unità di Crisi istituita all’inizio della pandemia e il passaggio delle sue competenze di monitoraggio e coordinamento al Dirmei, il Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive costituito nel giugno 2020 per diventare il cuore della battaglia contro il Covid. La struttura sarà diretta da Emilpaolo Manno e suddivisa in 27 settori.

A partire da luglio la Regione Piemonte stabilizzerà tutti i 1.137 operatori in servizio durante l’emergenza Covid che hanno i requisiti previsti dalla legge nazionale. La normativa statale, infatti, consente di assumere a tempo indeterminato gli infermieri e gli operatori socio-sanitari che abbiano maturato entro giugno di quest’anno almeno 18 mesi di servizio, di cui almeno 6 nel periodo tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno di quest’anno.

NUOVE REGOLE, CHE COSA CAMBIA DA OGGI

Da questo venerdì 1° aprile (e fino al 30 aprile) si applicano nuove e meno ristrette regole di contenimento del Covid.

Non serve più il green pass di fatto per tutte le attività all’aperto (ad eccezione degli stadi) e per entrare nei negozi, uffici pubblici, posta, banche e negli alberghi dove, se si è clienti, si ha accesso libero a bar, ristorante, palestra e piscina. In tutti questi ambienti resta l’obbligo della mascherina anche chirurgica e del distanziamento.

Niente green pass (né mascherina) anche per accedere e consumare ai tavoli all’aperto di bar e ristoranti.

Niente più green pass ma obbligo di mascherina Ffp2 e distanziamento su autobus, metropolitane e tram.

Serve il green pass “base” (da vaccinazione, guarigione, tampone antigenico entro 48 ore o molecolare entro 72 ore) per accedere a bar e ristoranti al chiuso con l’obbligo della mascherina e rispettando il distanziamento.

Solo green pass “base” ma con obbligo di mascherina Ffp2 per accedere ai mezzi di trasporto come aerei, treni, navi, traghetti, funivie e pullman turistici.

Rimane l’obbligo del “super” green pass (per vaccinati con tre dosi o seconda da meno di 120 giorni o guariti) indossando la mascherina Ffp2 (che si può togliere durante allenamenti o ballo) per accedere a discoteche, piscine, palestre, centri benessere, spogliatoi, convegni, centri culturali e ricreativi, qualunque festa al chiuso, sale da gioco e tutte le strutture sanitarie e assistenziali. Stessi obblighi per accedere a stadi, cinema, teatri, sale da concerto e palazzetti dello sport, che tornano alla capienza del 100%.

Possono tornare a lavorare gli over 50 esibendo il solo green pass “base” (ad eccezione dei sanitari) anche se rimane l’obbligo vaccinale fino al 31 dicembre per il personale sanitario e delle Rsa e fino al 15 giugno per il personale scolastico e forze dell’ordine. Per tutti gli over 50 non vaccinati rimane la sanzione di 100 euro.

Rimane l’isolamento per chi è contagiato (7 giorni se vaccinato entro 120 giorni, altrimenti 10) ma niente più quarantena per chi ha avuto contatti stretti con contagiati: vale l’autosorveglianza e l’obbligo di indossare la mascherina Ffp2 e mantenere il distanziamento al chiuso per 10 giorni. Nuove norme anche nelle scuole dove scatta l’obbligo di mascherina Ffp2 per 10 giorni e test dopo 5, se in classe ci sono quattro casi.

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Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.

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Stop allo stato di emergenza, da oggi nuove regole. A Novara meno contagi ma ancora in crescita

Novarese e Piemonte aree meno contagiate d’Italia ma i casi aumentano da inizio marzo. Ospedali piemontesi con il minor tasso di occupazione dei posti letto, ma ieri in provincia balzo a 4 malati in rianimazione e 3 decessi. Tutte le nuove regole per uso dei green pass, mascherine e quarantena

Venerdì 1° aprile, primo giorno fuori dall’emergenza Covid da oltre due anni, ma se le regole si allentano la prudenza indica di mantenere alta l’attenzione per proteggersi dal virus. I casi positivi infatti, con la nuova variante Omicron 2, sono tornati a salire dopo il minimo di inizio marzo, anche nel Novarese che pure si segnala tra le dieci province a minor contagio, in una regione, il Piemonte, che continua a mantenere da tempo il più basso tasso di positività d’Italia (Valle d’Aosta a parte).

Situazione confortante, in Piemonte, anche negli ospedali dove i ricoveri sono in lieve calo e l’occupazione dei posti letto è ampiamente sotto gli standard. Fa tuttavia eccezione il Novarese dove, a fronte di un calo di ricoveri, si è in presenza di un balzo di pazienti in terapia intensiva e, ieri 31 marzo, anche di un numero record di decessi.

GLI ULTIMI DATI NOVARESE E PIEMONTESI

Vediamo gli ospedali (dati forniti dalle rispettive aziende sanitarie): ieri 31 marzo erano 52 i ricoverati tra il Maggiore di Novara (38) e il SS. Trinità di Borgomanero (14), cioè 5 in meno di mercoledì e 8 in meno di giovedì 17. Tuttavia sono saliti a 4 i pazienti in terapia intensiva (2 per ospedale, come il giorno prima): per lo stesso numero occorre risalire all’8 marzo dopo che in queste settimane in diversi giorni, anche recenti, le rianimazioni non avevano pazienti Covid. Ieri inusualmente alto anche il numero dei decessi: 3 (due al Maggiore, un uomo di 73 anni e una donna di 65, ed uno a Borgomanero), un numero che non si registrava dall’8 marzo e con diversi giorni senza decessi (al SS. Trinità a marzo sono morte con Covid solo due persone).

Il Piemonte (dati Ministero della Salute) ha un andamento stabilizzato di ricoveri e registra meno pazienti sia in area non critica (598 ieri, -16 sul giorno prima) sia in terapia intensiva (22 ieri, -2 sul giorno prima), ma soprattutto evidenza il minor tasso di occupazione dei posti letto nei ricoveri (8,8%, con la media italiana la 15,2%) e tra i minori per l’occupazione di terapie intensive (3,5%, media italiana 5%).

Nuovi contagi e persone attualmente positive in crescita, ma di fatto con un andamento piuttosto stabilizzato negli ultimi giorni, anche in Piemonte, ma con dati tra i più bassi d’Italia. Ieri in provincia di Novara 272 nuovi tamponi positivi (75, 1 su centomila abitanti, a fronte di una media nazionale di 123,2) e incidenza (casi settimanali su 100mila abitanti) salita a 414 (in Piemonte 454) che è pur sempre quasi la metà del valore 826 registrato in Italia. Dati che pongono il Piemonte come seconda regione (dietro la Valle d’Aosta) tra le meno contagiate ed egualmente Novara 8ª tra le 107 province italiane per minore incidenza (incidenza maggiore a Lecce, 1.709) e comunque dietro ad altre tre piemontesi: Cuneo, Biella e Vercelli.

Le persone contagiate in Provincia di Novara (secondo i dati dell’Unità di crisi Covid Regione Piemonte) sono al 31 marzo 1.697, il 45% in più del 3 marzo, quando si toccò il minimo di quest’anno, 1.169 positivi, dopo la forte discesa dal picco record della pandemia di 10.245 raggiunto il 16 gennaio scorso. Il dato è comunque superiore solo del 6,5% rispetto ai 1.594 positivi di sette giorni prima, segno che è in atto un rallentamento della crescita.

L’indice di positivi è di 4,38 ogni mille abitanti in provincia, con un valore maggiore nell’area dell’alto Novarese (5,03) rispetto all’area sud (4,38). Tra i comuni più grandi la maggior presenza di contagiati su popolazione è a Gattico-Veruno (6,2 su mille abitanti), poi Galliate (5,1), Arona (5,09), Borgomanero (4,99 con 106 positivi), Borgo Ticino (4,81), Novara (4,59 con 468 positivi) e Oleggio (4,16). Guardando anche ai comuni minori si segnalano Pettenasco con il 2,2% di popolazione positiva, Vinzaglio (1,86%), Landiona (1,48%), Ameno (1,47%) e Divignano (1,22%). Il 31 marzo i comuni senza contagiati erano solo 4 (contro 7 di una settimana prima): Castellazzo Novarese, Mandello Vitta, Sillavengo e Soriso.

In Piemonte la fine dello stato di emergenza comporta la formale chiusura dell’attività dell’Unità di Crisi istituita all’inizio della pandemia e il passaggio delle sue competenze di monitoraggio e coordinamento al Dirmei, il Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive costituito nel giugno 2020 per diventare il cuore della battaglia contro il Covid. La struttura sarà diretta da Emilpaolo Manno e suddivisa in 27 settori.

A partire da luglio la Regione Piemonte stabilizzerà tutti i 1.137 operatori in servizio durante l’emergenza Covid che hanno i requisiti previsti dalla legge nazionale. La normativa statale, infatti, consente di assumere a tempo indeterminato gli infermieri e gli operatori socio-sanitari che abbiano maturato entro giugno di quest’anno almeno 18 mesi di servizio, di cui almeno 6 nel periodo tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno di quest’anno.

NUOVE REGOLE, CHE COSA CAMBIA DA OGGI

Da questo venerdì 1° aprile (e fino al 30 aprile) si applicano nuove e meno ristrette regole di contenimento del Covid.

Non serve più il green pass di fatto per tutte le attività all’aperto (ad eccezione degli stadi) e per entrare nei negozi, uffici pubblici, posta, banche e negli alberghi dove, se si è clienti, si ha accesso libero a bar, ristorante, palestra e piscina. In tutti questi ambienti resta l’obbligo della mascherina anche chirurgica e del distanziamento.

Niente green pass (né mascherina) anche per accedere e consumare ai tavoli all’aperto di bar e ristoranti.

Niente più green pass ma obbligo di mascherina Ffp2 e distanziamento su autobus, metropolitane e tram.

Serve il green pass “base” (da vaccinazione, guarigione, tampone antigenico entro 48 ore o molecolare entro 72 ore) per accedere a bar e ristoranti al chiuso con l’obbligo della mascherina e rispettando il distanziamento.

Solo green pass “base” ma con obbligo di mascherina Ffp2 per accedere ai mezzi di trasporto come aerei, treni, navi, traghetti, funivie e pullman turistici.

Rimane l’obbligo del “super” green pass (per vaccinati con tre dosi o seconda da meno di 120 giorni o guariti) indossando la mascherina Ffp2 (che si può togliere durante allenamenti o ballo) per accedere a discoteche, piscine, palestre, centri benessere, spogliatoi, convegni, centri culturali e ricreativi, qualunque festa al chiuso, sale da gioco e tutte le strutture sanitarie e assistenziali. Stessi obblighi per accedere a stadi, cinema, teatri, sale da concerto e palazzetti dello sport, che tornano alla capienza del 100%.

Possono tornare a lavorare gli over 50 esibendo il solo green pass “base” (ad eccezione dei sanitari) anche se rimane l’obbligo vaccinale fino al 31 dicembre per il personale sanitario e delle Rsa e fino al 15 giugno per il personale scolastico e forze dell’ordine. Per tutti gli over 50 non vaccinati rimane la sanzione di 100 euro.

Rimane l’isolamento per chi è contagiato (7 giorni se vaccinato entro 120 giorni, altrimenti 10) ma niente più quarantena per chi ha avuto contatti stretti con contagiati: vale l’autosorveglianza e l’obbligo di indossare la mascherina Ffp2 e mantenere il distanziamento al chiuso per 10 giorni. Nuove norme anche nelle scuole dove scatta l’obbligo di mascherina Ffp2 per 10 giorni e test dopo 5, se in classe ci sono quattro casi.

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Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.