Strage del Mottarone, il nonno di Eitan agli arresti domiciliari in Israele

Arresti domiciliari per il nonno materno di Eitan Biran, Shmuel Peleg, che sabato scorso ha rapito il bambino portandolo in Israele. La misura è stata presa dopo l’interrogatorio della polizia. Lo riferisce il sito del Jerusalem Post, confermando che gli zii paterni, a cui il piccolo superstite della tragedia del Mottarone dello scorso 23 maggio è stato affidato, hanno chiesto a una tribunale di Tel Aviv che venga riconsegnato loro il bambino.

«Eitan è arrivato in Israele in modo legale e dopo consultazioni con esperti di diritto» avrebbe detto Peleg rispondendo alle domande della polizia.

«L’inchiesta continua» ha dichiarato la polizia israeliana nella breve dichiarazione rilasciata dopo l’interrogatorio, non nomina direttamente il sospetto ma parla di un «58enne di Petah Tikva interrogato in relazione alla vicenda di un bambino di 6 anni portato in Israele dall’Italia, a seguito di una denuncia di un sospetto rapimento di minore. Alla fine dell’interrogatorio, il sospetto è stato rilasciato in modo condizionato.

«La famiglia Peleg tiene Eitan come un detenuto in una prigione di Hamas – aveva detto ieri Or Nirko, zio del piccolo Eitan -. Il fratello di Aya è andato all’ospedale di Sheba e non ha trovato Eitan». Sempre ieri eri la nonna di Eitan, Etti, in dichiarazioni alla radio israeliana 103 Fm, aveva difeso la famiglia dall’accusa di sequestro e sostenuto, come riportava il Jerusalem Post, che Eitan stesse effettuando controlli e terapie presso lo Sheba Medical Center di Tel Hashomer.

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Strage del Mottarone, il nonno di Eitan agli arresti domiciliari in Israele

Arresti domiciliari per il nonno materno di Eitan Biran, Shmuel Peleg, che sabato scorso ha rapito il bambino portandolo in Israele. La misura è stata presa dopo l’interrogatorio della polizia. Lo riferisce il sito del Jerusalem Post, confermando che gli zii paterni, a cui il piccolo superstite della tragedia del Mottarone dello scorso 23 maggio è stato affidato, hanno chiesto a una tribunale di Tel Aviv che venga riconsegnato loro il bambino.

«Eitan è arrivato in Israele in modo legale e dopo consultazioni con esperti di diritto» avrebbe detto Peleg rispondendo alle domande della polizia.

«L’inchiesta continua» ha dichiarato la polizia israeliana nella breve dichiarazione rilasciata dopo l’interrogatorio, non nomina direttamente il sospetto ma parla di un «58enne di Petah Tikva interrogato in relazione alla vicenda di un bambino di 6 anni portato in Israele dall’Italia, a seguito di una denuncia di un sospetto rapimento di minore. Alla fine dell’interrogatorio, il sospetto è stato rilasciato in modo condizionato.

«La famiglia Peleg tiene Eitan come un detenuto in una prigione di Hamas – aveva detto ieri Or Nirko, zio del piccolo Eitan -. Il fratello di Aya è andato all’ospedale di Sheba e non ha trovato Eitan». Sempre ieri eri la nonna di Eitan, Etti, in dichiarazioni alla radio israeliana 103 Fm, aveva difeso la famiglia dall’accusa di sequestro e sostenuto, come riportava il Jerusalem Post, che Eitan stesse effettuando controlli e terapie presso lo Sheba Medical Center di Tel Hashomer.

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