Studenti fuori sede e lavoratori. Come cambiano le esigenze del mercato immobiliare novarese

Ieri al 3E Lab di Comoli Ferrari si è svolta la sesta edizione del Borsino immobiliare novarese che ha messo in luce la situazione delle locazioni sul territorio, segno di una Novara che cambia, i prezzi del vendite, le esigenze post Covid e i problemi di mercato conseguenti alla guerra

Studenti fuori sede e lavoratori. Come cambiano le esigenze del mercato immobiliare novarese. Ieri, 13 aprile, al 3E Lab di Comoli Ferrari si è svolta la sesta edizione del Borsino immobiliare novarese che ha messo in luce la situazione delle locazioni sul territorio, segno di una Novara che cambia, i prezzi delle vendite, le esigenze post Covid e i problemi di mercato conseguenti alla guerra.

«La situazione delle locazioni è complessa per due motivi – ha detto Andrea Leo, presidente di Fimaa Alto Piemonte – sono arrivate aziende che si sono insediate qui con centinaia di lavoratori che hanno necessità di trasferirsi; inoltre la crescita dell’università ha portato numerosi studenti fuori sede. Questo incremento di soggetti hanno assorbito la proposta di locazione, causando, tra l’altro, un livellamento, a volte imbarazzante, tra i costi degli affitti nel centro storico e quelli in periferia». Per quanto riguarda le vendite «il mercato immobiliare non ha rallentato la sua crescita, anzi ha segnato un 30% in più sulle compravendita. Ma sul nuovo, a causa dell’aumento delle materie prime, anche speculativo, si vende a prezzo pieno e per le imprese è diventato complicato costruire».

Una trasformazione di cui ha parlato anche il sindaco Alessandro Canelli portando argomenti già ribaditi in altre occasioni: «Il nostro scopo è quello di attrarre giovani, offrendo loro la formazione, e investimenti con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale. Abbiamo iniziato con la riqualificazione urbanistica: sull’ex centro sociale, ad esempio, c’è una proposta dell’Upo per realizzazione uno studentato con campi sportivi e spazi verdi».

Il presidente Fiaip provincia di Novara, Gabriele Zanetta, ha parlato delle esigenze abitative post Covid: «Prima si andava alla ricerca di un immobile su misura, oggi serve più spazio: un terrazzo, una camera per lo smart working, un giardino o addirittura una villa singola. Dalla grande città si va verso gli spazi liberi: da Milano si guarda a Novara e da Novara alle colline e ai laghi. Il Covid ha imposto un cambio di tendenza con un aumento dei prezzi dell’1,4% sulla città e del 2,5% sulla provincia dai laghi, all’Alto Vergante, a Borgomanero fino ai paesi più decentrati».

Argomenti che sono stati ripresi dal presidente giovani imprenditori di Confindustria Piemonte, Andrea Notari: «Prima della pandemia i novaresi erano restii alle innovazioni: giardini, terrazzi erano visti come luoghi onerosi e impegnativi anche a livello manutentivo. Cercavano i box auto, il riscaldamento autonomo e apprezzavano la giusta distanza dai servizi. Dopo il Covid tutto è cambiato: hanno riscoperto gli spazi aperti e i locali ariosi, barattano parte della propria indipendenza energetica con un rispetto ambientale: il green viene percepito come un valore aggiunto, così come poter gestire la propria casa con la domotica. I nuovi edifici devono essere esteticamente belli e moderni, simboli di una Novara che cambia ed è al passo con i tempi; gli spazi devono diventare confortevoli perché l’abitazione è vissuta come un porto felice dalle persone che hanno una vita costantemente frenetica. Altro aspetto è quello degli spazi della socialità: molti compratori chiedono se all’interno di un condominio ci siano luoghi comuni come piccole palestre o locali polifunzionali per potersi riunire».

Il Borsino è stato anche l’occasione per presentare il nuovo progetto di promozione territoriale “Vivere Novara” elogiato dal presidente della Camera di Commercio, Fabio Ravanelli. «Una progetto per presentare il territorio con le diverse caratteristiche soprattutto per chi vive vicino a noi, a Milano ad esempio – ha spiegato Luisa Grimaldi -. Si tratta di cinque video: il primo realizzato dalla Camera di Commercio, gli altri quattro più smart da divulgare sui social e rivolti, in modo particolare, a studenti, a manager che possono venire a vivere qui, a pensionati che vogliono trasferirsi in un contesto cittadino tranquillo».

Carlo Robiglio, past president di Piccola Industria di Confidustria, ha specificato come «il Covid abbia imposto di vivere in modo diverso la casa, il lavoro e la città. Un territorio di prossimità, come quello novarese, può rigenerarsi con interazioni differenti e investimenti migliori. Così lo smart working diventa un valore aggiunto di sviluppo del territorio non solo in un’ottica imprenditoriale».

Di «forte senso di responsabilità post pandemia» ha parlato il presidente di Confcommercio Alto Piemonte, Maurizio Grifoni, che ha anche lanciato un appello: «Dobbiamo cambiare in fretta, altrimenti a breve ci ritroveremo nei guai per un altro motivo».

Un intervento tecnico-economico è stato quello del direttore generale del Banco Bpm, Domenico De Angelis: «Covid, guerra e crisi dell’energia. Quest’ultima è la più impattante sul sistema economico e sta mettendo in discussione i margini delle aziende. Oggi stiamo sottovalutando un fenomeno strutturale di cui la guerra è solo un aspetto e questa circostanza potrebbe riflettersi sul settore dei mercato immobiliare. L’Italia e la Germania sono i Paesi che pagheranno il conto più caro di questa guerra: dobbiamo trovare il modo per far incassare i crediti dei nostri imprenditori: siamo schifati dalla situazione bellica, ma il problema deve essere analizzato in modo molto più ampio».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Studenti fuori sede e lavoratori. Come cambiano le esigenze del mercato immobiliare novarese

Ieri al 3E Lab di Comoli Ferrari si è svolta la sesta edizione del Borsino immobiliare novarese che ha messo in luce la situazione delle locazioni sul territorio, segno di una Novara che cambia, i prezzi del vendite, le esigenze post Covid e i problemi di mercato conseguenti alla guerra

Studenti fuori sede e lavoratori. Come cambiano le esigenze del mercato immobiliare novarese. Ieri, 13 aprile, al 3E Lab di Comoli Ferrari si è svolta la sesta edizione del Borsino immobiliare novarese che ha messo in luce la situazione delle locazioni sul territorio, segno di una Novara che cambia, i prezzi delle vendite, le esigenze post Covid e i problemi di mercato conseguenti alla guerra.

«La situazione delle locazioni è complessa per due motivi – ha detto Andrea Leo, presidente di Fimaa Alto Piemonte – sono arrivate aziende che si sono insediate qui con centinaia di lavoratori che hanno necessità di trasferirsi; inoltre la crescita dell’università ha portato numerosi studenti fuori sede. Questo incremento di soggetti hanno assorbito la proposta di locazione, causando, tra l’altro, un livellamento, a volte imbarazzante, tra i costi degli affitti nel centro storico e quelli in periferia». Per quanto riguarda le vendite «il mercato immobiliare non ha rallentato la sua crescita, anzi ha segnato un 30% in più sulle compravendita. Ma sul nuovo, a causa dell’aumento delle materie prime, anche speculativo, si vende a prezzo pieno e per le imprese è diventato complicato costruire».

Una trasformazione di cui ha parlato anche il sindaco Alessandro Canelli portando argomenti già ribaditi in altre occasioni: «Il nostro scopo è quello di attrarre giovani, offrendo loro la formazione, e investimenti con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale. Abbiamo iniziato con la riqualificazione urbanistica: sull’ex centro sociale, ad esempio, c’è una proposta dell’Upo per realizzazione uno studentato con campi sportivi e spazi verdi».

Il presidente Fiaip provincia di Novara, Gabriele Zanetta, ha parlato delle esigenze abitative post Covid: «Prima si andava alla ricerca di un immobile su misura, oggi serve più spazio: un terrazzo, una camera per lo smart working, un giardino o addirittura una villa singola. Dalla grande città si va verso gli spazi liberi: da Milano si guarda a Novara e da Novara alle colline e ai laghi. Il Covid ha imposto un cambio di tendenza con un aumento dei prezzi dell’1,4% sulla città e del 2,5% sulla provincia dai laghi, all’Alto Vergante, a Borgomanero fino ai paesi più decentrati».

Argomenti che sono stati ripresi dal presidente giovani imprenditori di Confindustria Piemonte, Andrea Notari: «Prima della pandemia i novaresi erano restii alle innovazioni: giardini, terrazzi erano visti come luoghi onerosi e impegnativi anche a livello manutentivo. Cercavano i box auto, il riscaldamento autonomo e apprezzavano la giusta distanza dai servizi. Dopo il Covid tutto è cambiato: hanno riscoperto gli spazi aperti e i locali ariosi, barattano parte della propria indipendenza energetica con un rispetto ambientale: il green viene percepito come un valore aggiunto, così come poter gestire la propria casa con la domotica. I nuovi edifici devono essere esteticamente belli e moderni, simboli di una Novara che cambia ed è al passo con i tempi; gli spazi devono diventare confortevoli perché l’abitazione è vissuta come un porto felice dalle persone che hanno una vita costantemente frenetica. Altro aspetto è quello degli spazi della socialità: molti compratori chiedono se all’interno di un condominio ci siano luoghi comuni come piccole palestre o locali polifunzionali per potersi riunire».

Il Borsino è stato anche l’occasione per presentare il nuovo progetto di promozione territoriale “Vivere Novara” elogiato dal presidente della Camera di Commercio, Fabio Ravanelli. «Una progetto per presentare il territorio con le diverse caratteristiche soprattutto per chi vive vicino a noi, a Milano ad esempio – ha spiegato Luisa Grimaldi -. Si tratta di cinque video: il primo realizzato dalla Camera di Commercio, gli altri quattro più smart da divulgare sui social e rivolti, in modo particolare, a studenti, a manager che possono venire a vivere qui, a pensionati che vogliono trasferirsi in un contesto cittadino tranquillo».

Carlo Robiglio, past president di Piccola Industria di Confidustria, ha specificato come «il Covid abbia imposto di vivere in modo diverso la casa, il lavoro e la città. Un territorio di prossimità, come quello novarese, può rigenerarsi con interazioni differenti e investimenti migliori. Così lo smart working diventa un valore aggiunto di sviluppo del territorio non solo in un’ottica imprenditoriale».

Di «forte senso di responsabilità post pandemia» ha parlato il presidente di Confcommercio Alto Piemonte, Maurizio Grifoni, che ha anche lanciato un appello: «Dobbiamo cambiare in fretta, altrimenti a breve ci ritroveremo nei guai per un altro motivo».

Un intervento tecnico-economico è stato quello del direttore generale del Banco Bpm, Domenico De Angelis: «Covid, guerra e crisi dell’energia. Quest’ultima è la più impattante sul sistema economico e sta mettendo in discussione i margini delle aziende. Oggi stiamo sottovalutando un fenomeno strutturale di cui la guerra è solo un aspetto e questa circostanza potrebbe riflettersi sul settore dei mercato immobiliare. L’Italia e la Germania sono i Paesi che pagheranno il conto più caro di questa guerra: dobbiamo trovare il modo per far incassare i crediti dei nostri imprenditori: siamo schifati dalla situazione bellica, ma il problema deve essere analizzato in modo molto più ampio».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore