Su Gaza il consiglio comunale si divide. Poi vota un documento condiviso a fatica

Un ordine del giorno urgente proposto dalla maggioranza approvato all'unanimità dopo un paio di sospensione dei lavori e con l'inserimento di alcuni emendamenti. Il dibattito ha evidenziato qualche crepa nelle fila del centrodestra

Consiglio comunale di ieri, giovedì 19 ottobre, diviso praticamente su tutto, Anche sul conflitto attualmente in corso nella Striscia di Gaza. Anzi, no. Perché alla fine, con molta fatica, si è riuscito a votare all’unanimità un ordine del giorno dopo che il centrodestra ha accolto alcuni emendamenti della controparte.

La seduta inizia con la presentazione di un ordine del giorno urgente da parte della maggioranza che “condanna l’aggressione terroristica di Hamas nei confronti dello Stato d’Israele”. Non essendo inserito del programma della giornata occorre un voto da parte dell’assemblea e il suo inserimento in “coda” ai lavori. Fin qui tutti d’accordo, anche se il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Mario Iacopino, ha in parte lamentato il fatto che su questi temi sarebbe stato opportuno presentare un documento unitario fin dall’inizio, «evitando fughe in avanti di parte».

Al momento della discussione le minoranze hanno proposto una serie di emendamenti nelle premesse, che non modificavano il testo del dispositivo. Dopo una prima sospensione la maggioranza ha annunciato di non accogliere le proposte, decidendo di andare avanti nell’approvazione del suo documento originario, proponendo alla controparte di presentare eventualmente un suo ordine del giorno.

«Su temi di carattere internazionale – ha ribattuto il capogruppo del Pd Nicola Fonzo – o si vota tutti insieme o la cosa non avrebbe senso. Se insistete nel farci votare solo il vostro documento noi non parteciperemo. Noi condanniamo il terrorismo senza se e senza ma, come tutte quelle azioni che causano vittime fra i civili. Inoltre non avete pensato neppure di inserire la parola “pace” nel vostro testo».

Parole che hanno trovato una inaspettata “sponda” nelle fila del centrodestra, con Camillo Esempio (Fratelli d’Italia) che si è detto disponibile a trovare un accordo con «i colleghi della minoranza. Da parte mia voterò come mi sentirò al momento, facendomi dei nemici e pagando le eventuali conseguenze». Un intervento della leghista Maria Cristina Stangalini (forse per esprimere un’analoga posizione) è stato fermato in extremis dal capogruppo del “Carroccio” Gaetano Picozzi, che ha proposto un’ulteriore sospensione.

Al rientro in aula la maggioranza ha annunciato di accogliere sei degli otto emendamenti proposti dal centrosinistra, tra cui i passaggi di riguardanti “l’errore di avallare qualsiasi equazione tra Hamas e il popolo palestinese» e il “rispetto del diritto internazionale nei conflitti armati, in particolar modo per quanto riguarda gli obblighi di protezione della popolazione civile”.

Alla fine tutti d’accordo. Però al momento della “conta” non si sarebbe visto il braccio alzato di Mauro Gigantino (Fratelli d’Italia), ma il diretto interessato ha poi detto di aver votato a favore.

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Su Gaza il consiglio comunale si divide. Poi vota un documento condiviso a fatica

Un ordine del giorno urgente proposto dalla maggioranza approvato all’unanimità dopo un paio di sospensione dei lavori e con l’inserimento di alcuni emendamenti. Il dibattito ha evidenziato qualche crepa nelle fila del centrodestra

Consiglio comunale di ieri, giovedì 19 ottobre, diviso praticamente su tutto, Anche sul conflitto attualmente in corso nella Striscia di Gaza. Anzi, no. Perché alla fine, con molta fatica, si è riuscito a votare all’unanimità un ordine del giorno dopo che il centrodestra ha accolto alcuni emendamenti della controparte.

La seduta inizia con la presentazione di un ordine del giorno urgente da parte della maggioranza che “condanna l’aggressione terroristica di Hamas nei confronti dello Stato d’Israele”. Non essendo inserito del programma della giornata occorre un voto da parte dell’assemblea e il suo inserimento in “coda” ai lavori. Fin qui tutti d’accordo, anche se il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Mario Iacopino, ha in parte lamentato il fatto che su questi temi sarebbe stato opportuno presentare un documento unitario fin dall’inizio, «evitando fughe in avanti di parte».

Al momento della discussione le minoranze hanno proposto una serie di emendamenti nelle premesse, che non modificavano il testo del dispositivo. Dopo una prima sospensione la maggioranza ha annunciato di non accogliere le proposte, decidendo di andare avanti nell’approvazione del suo documento originario, proponendo alla controparte di presentare eventualmente un suo ordine del giorno.

«Su temi di carattere internazionale – ha ribattuto il capogruppo del Pd Nicola Fonzo – o si vota tutti insieme o la cosa non avrebbe senso. Se insistete nel farci votare solo il vostro documento noi non parteciperemo. Noi condanniamo il terrorismo senza se e senza ma, come tutte quelle azioni che causano vittime fra i civili. Inoltre non avete pensato neppure di inserire la parola “pace” nel vostro testo».

Parole che hanno trovato una inaspettata “sponda” nelle fila del centrodestra, con Camillo Esempio (Fratelli d’Italia) che si è detto disponibile a trovare un accordo con «i colleghi della minoranza. Da parte mia voterò come mi sentirò al momento, facendomi dei nemici e pagando le eventuali conseguenze». Un intervento della leghista Maria Cristina Stangalini (forse per esprimere un’analoga posizione) è stato fermato in extremis dal capogruppo del “Carroccio” Gaetano Picozzi, che ha proposto un’ulteriore sospensione.

Al rientro in aula la maggioranza ha annunciato di accogliere sei degli otto emendamenti proposti dal centrosinistra, tra cui i passaggi di riguardanti “l’errore di avallare qualsiasi equazione tra Hamas e il popolo palestinese» e il “rispetto del diritto internazionale nei conflitti armati, in particolar modo per quanto riguarda gli obblighi di protezione della popolazione civile”.

Alla fine tutti d’accordo. Però al momento della “conta” non si sarebbe visto il braccio alzato di Mauro Gigantino (Fratelli d’Italia), ma il diretto interessato ha poi detto di aver votato a favore.

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