Il tema dei passaggi a livello torna spesso d’attualità e a Novara, negli ultimi mesi, è tornato alla ribalta dopo la segnalazione di alcuni cittadini sui lunghi tempi di attesa in via Marconi, in pieno centro, uno dei tanti “muri” che tagliano intere zone della città, paesi, strade della provincia. A nulla è valso l’interessamento delle associazioni ambientaliste e della Prefettura: per Rfi, interpellato sull’argomento, il problema non sussiste.
E invece c’è ed è una condanna per i numerosi cittadini che abitano nelle vicinanze di un passaggio al livello o che tutti i giorni sono costretti ad attraversarne uno con il rischio di rimanere bloccati anche mezz’ora. Lo sanno bene i residenti di Olengo dove le sbarre tagliano a metà la frazione; un problema annoso, mai risolto, che ieri, mercoledì 28 aprile, è approdato in consiglio comunale grazie a una petizione, presentata su iniziativa di Guido Gianfardoni e firmata da 117 cittadini tra cui anche il sindaco di Terdobbiate. Un documento con il quale il Comune si impegna a inserire nel piano regolatore una variante che individui un’area dove realizzare un sovrappasso che sostituisca il passaggio a livello sulla linea Novara Mortara Alessandria.
«Questa proposta è il frutto di un lavoro che dura da dodici anni quando ho iniziato la battaglia contro il passaggio a livello – ha spiegato Gianfardoni -. Sono andato casa per casa a raccogliere le firme convincendo anche i più scettici. Tutti a Olengo sono consapevoli del problema, ma quando c’è da mettere una firma nascono i dubbi. Invece alla fine ce l’abbiamo fatta; credo, però, che dovrebbero essere le istituzioni a occuparsi di questi problemi, non i cittadini restando in attesa un tempo inaccettabile. Così come è inaccettabile avere registrato ben due morti perchè i mezzi di soccorso sono rimasti bloccati davanti alle sbarre chiuse senza riuscire ad arrivare in tempo (come al passaggio a livello di Nibbiola, ndr). Ringrazio, comunque, il sindaco Alessandro Canelli e il capo di gabinetto Mauro Franzinelli per avermi ascoltato e concretizzato la petizione».
Il documento è stato trasformato in mozione votata all’unanimità dal consiglio. Ora tocca a Rfi muovere i prossimi passi: speriamo non siano necessari altri dodici anni.
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