Secondo il dossier pubblicato dal centro studi di Ristretti Orizzonti, la rivista nata all’interno della casa circondariale di Padova, a oggi, 13 marzo, i suicidi nelle carceri italiane avvenuti nel 2024 sono 24, 53 le morti complessive. È stato calcolato che ne avviene uno ogni 60 ore. Numeri impressionanti se si pensa che sono trascorsi solo due mesi e mezzo dall’inizio dell’anno. Dal 2014 il “record” è stato raggiunto nel 2022 con 84 suicidi per un totale di 171 persone decedute in prigione. Non da meno il 2023 con 69 suicidi, 57 nel 2021, 61 nel 2020.
Un tema sul quale l’Unione delle Camere penali, compresa quella di Novara, vuole nuovamente porre l’attenzione. «Nella civilissima Italia si muore in carcere e si muore di carcere – afferma il presidente Alessandro Brustia a nome del direttivo -. Si muore di un’istituzione che impone allo Stato obblighi di custodia che vengono costantemente dimenticati e forse volutamente pretermessi, nel momento in cui si concepisce il carcere come una discarica sociale e come spauracchio da agitare ferocemente a mero scopo di consenso politico. Nelle carceri italiane, sovraffollate e fatiscenti, la pena è scontata in modo inumano e
digradante, senza alcuna seria e concreta possibilità di rieducazione. Una violazione della Costituzione tanto smaccata quanto drammatica negli esiti».
Per questi motivi la Camera Penale di Novara aderisce convintamente all’astensione deliberata per il 20 marzo. Il giorno prima, il 19, alle 9.30 al piano terra del tribunale, di fronte all’aula collegiale, verrà posizionato un totem con il conteggio progressivo dei suicidi in carcere. «Questo per rendere manifesto a
tutti i cittadini che di fronte a questa vera e propria vergogna nazionale non c’è più tempo» conclude Brustia.