Smontata una rete di spaccio di cocaina. Nove misure cautelari

Interrotto da squadra mobile un traffico di stupefacenti tra Novara e Vercelli con sistema di cessione a cascata attraverso l’operazione “The white rooster”. Nove le misure cautelari emesse questa mattina dal Gip del tribunale di Novara: tre le persone arrestate, una ai domiciliari, quattro con obbligo di dimora e una con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

«L’operazione ha avuto inizio nel mese di maggio dello scorso anno – ha spiegato il dirigente della squadra mobile Valeria Dulbecco – quando abbiamo arrestato in flagranza un soggetto italiano, residente in provincia di Novara, in possesso di 90 grammi di cocaina purissima. Considerata l’ottima qualità della sostanza, abbiamo capito che l’uomo era inserito in un contesto più ampio. Ventinove anni, incensurato, disoccupato e in alcuni momenti corriere per una ditta, si sentiva un vero e proprio imprenditore dello spaccio, insegnando ai più giovani il mestiere e vantandosi di non essere mai stato preso. Non è stato facile portarlo allo scoperto: le accortezze messe in atto nei movimenti e nella scelta dei luoghi di vendita hanno reso le indagini particolarmente complesse».

Una rete in grado di movimentare un chilo e mezzo di cocaina con un profitto che si aggirava intorno ai 100 mila euro mensili. Dalle intercettazioni è emerso che l’uomo aveva ammesso a uno dei suoi clienti – spacciatori di non riuscire a smettere perchè questo lavoro gli aveva reso moltissimo in poco tempo, tanto quanto non sarebbe riuscito a guadagnare in trent’anni di onesto lavoro.

«”The white rooster”, il gallo bianco, si riferisce al centro commerciale Il Gallo di Galliate – ha proseguito Dulbecco – dove, nel parcheggio, il soggetto era solito vendere la droga a compratori che a loro volta diventavano spacciatori. La tipologia di clientela era eterogenea in quanto le vendite venivano fatte sia all’ingrosso che al singolo. Uno dei clienti aveva la sua zona di vendita tra i giovanissimi che frequentavano i locali di piazza Martiri».

Sono così risultati coinvolti nell’indagine P.V., dominus dell’ampia rete di spaccio; B.L. di anni 35, cittadino italiano residente nella provincia di Novara e F.D. di anni 31, cittadino italiano residente nella provincia di Vercelli; i due erano in grado di acquistare, ciascuno, circa 100 grammi di cocaina ogni dieci/quindici giorni, che rivendevano, in proprio, ad un’ampia e consolidata clientela. un uomo ed una donna, T.R. di anni 31, P.G., di anni 47, che lavoravano in stretta sinergia tra loro, ed un cittadino italiano M.M. di anni 48, residente nella provincia di Torino, che acquistavano ingenti quantitativi di droga da B.L., e gestivano una autonoma attività di spaccio di cocaina. Uno degli indagati aveva anche trovato la collaborazione dello zio, di 72 anni, il quale, oltre a fungere da “custode” della cocaina, per conto del nipote aveva iniziato una propria autonoma attività di spaccio.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Smontata una rete di spaccio di cocaina. Nove misure cautelari

Interrotto da squadra mobile un traffico di stupefacenti tra Novara e Vercelli con sistema di cessione a cascata attraverso l’operazione “The white rooster”. Nove le misure cautelari emesse questa mattina dal Gip del tribunale di Novara: tre le persone arrestate, una ai domiciliari, quattro con obbligo di dimora e una con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

«L’operazione ha avuto inizio nel mese di maggio dello scorso anno – ha spiegato il dirigente della squadra mobile Valeria Dulbecco – quando abbiamo arrestato in flagranza un soggetto italiano, residente in provincia di Novara, in possesso di 90 grammi di cocaina purissima. Considerata l’ottima qualità della sostanza, abbiamo capito che l’uomo era inserito in un contesto più ampio. Ventinove anni, incensurato, disoccupato e in alcuni momenti corriere per una ditta, si sentiva un vero e proprio imprenditore dello spaccio, insegnando ai più giovani il mestiere e vantandosi di non essere mai stato preso. Non è stato facile portarlo allo scoperto: le accortezze messe in atto nei movimenti e nella scelta dei luoghi di vendita hanno reso le indagini particolarmente complesse».

Una rete in grado di movimentare un chilo e mezzo di cocaina con un profitto che si aggirava intorno ai 100 mila euro mensili. Dalle intercettazioni è emerso che l’uomo aveva ammesso a uno dei suoi clienti – spacciatori di non riuscire a smettere perchè questo lavoro gli aveva reso moltissimo in poco tempo, tanto quanto non sarebbe riuscito a guadagnare in trent’anni di onesto lavoro.

«”The white rooster”, il gallo bianco, si riferisce al centro commerciale Il Gallo di Galliate – ha proseguito Dulbecco – dove, nel parcheggio, il soggetto era solito vendere la droga a compratori che a loro volta diventavano spacciatori. La tipologia di clientela era eterogenea in quanto le vendite venivano fatte sia all’ingrosso che al singolo. Uno dei clienti aveva la sua zona di vendita tra i giovanissimi che frequentavano i locali di piazza Martiri».

Sono così risultati coinvolti nell’indagine P.V., dominus dell’ampia rete di spaccio; B.L. di anni 35, cittadino italiano residente nella provincia di Novara e F.D. di anni 31, cittadino italiano residente nella provincia di Vercelli; i due erano in grado di acquistare, ciascuno, circa 100 grammi di cocaina ogni dieci/quindici giorni, che rivendevano, in proprio, ad un’ampia e consolidata clientela. un uomo ed una donna, T.R. di anni 31, P.G., di anni 47, che lavoravano in stretta sinergia tra loro, ed un cittadino italiano M.M. di anni 48, residente nella provincia di Torino, che acquistavano ingenti quantitativi di droga da B.L., e gestivano una autonoma attività di spaccio di cocaina. Uno degli indagati aveva anche trovato la collaborazione dello zio, di 72 anni, il quale, oltre a fungere da “custode” della cocaina, per conto del nipote aveva iniziato una propria autonoma attività di spaccio.

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