«Tagli ai fondi del Pnrr? A Novara opere a rischio per 40 milioni». L’allarme del Pd

Il governo ridefinisce i fondi del Pnrr, alcune opere potrebbero non essere più finanziate e il Partito Democratico regionale lancia l’allarme. «Secondo il piano Fitto-Meloni, verrebbero definanziati, totalmente o parzialmente, misure per un ammontare complessivo di 15,9 miliardi di euro in Italia – hanno dichiarato i consiglieri durante la conferenza stampa -. Due i progetti su Novara: la riqualificazione delle palazzine di Sant’Agabio e i lavori di miglioramento sismico ed efficientamento energetico degli edifici».

«A Novara rischiano di saltare 40 milioni di euro su 109 promessi – ha affermato il consigliere comunale e segretario provinciale, Rossano Pirovano -. Ciò che più preoccupa è il silenzio del sindaco Canelli che si allinea al volere del governo e del suo capo: questo è inaccettabile. Se ci fosse stato un governo di un colore politico diverso sarebbe andato in piazza a stracciarsi le vesti».

«Che fine faranno i progetti anche alla luce degli sgomberi fatti a Sant’Agabio? – ha detto le consigliere Milù Allegra e Cinzia Spilinga – Se salta l’edilizia residenziale, salta anche il sistema, Dietro i progetti c’è la vita delle persone che evidentemente non viene presa in considerazione».

«I progetti che potrebbero non ricevere più il finanziamento sono tutti consultabili in modo trasparente sul portale nel ministero. – ha spiegato il consigliere e vice presidente del consiglio regionale, Daniele Valle -. Il governo vorrebbe comunicare all’Europa i progetti da definanziare e poi recuperarli con le risorse del prossimo settennato. Ma non è detto che questo sia possibile perché ci sarebbero modalità diverse di rendicontazione che imporrebbero gli enti locali di cominciare da capo. I cittadini hanno diritto di sapere nel dettaglio quali progetti potrebbero essere tagliati, il Piemonte è una delle regioni più penalizzate con 2 miliardi che potrebbero sfumare. C’è bisogno di un’azione forte dal territorio per accendere un faro su questa vicenda. Il presidente Cirio, invece, tace. In questi giorni ci sono nel nostro territorio Mattarella e Meloni per l’Italia delle Regioni: quale occasione migliore per parlare di questo argomento».

«Il governatore dovrebbe chiamare a raccolta gli amministratori locali, valutare le opere prioritarie e meritevoli e indirizzare i tagli – ha aggiunto il consigliere e segretario regionale del Pd, Domenico Rossi -. Dovrebbe avere il coraggio di fare un ragionamento non di consenso, ma di benessere per la comunità guardando ai prossimi quindici anni».

Preoccupazione, lo scorso 14 agosto, era stata espressa anche dal sindaco di Bari e presidente di Anci, Antonio De Caro: «Della proposta di definanziamento da parte del governo non si capisce la ragione e anche oggi non c’è stata alcuna spiegazione da parte del ministro. Parliamo di opere cruciali per le nostre città, interventi per le periferie che potranno risanare situazioni sociali ed economiche difficili: perché dobbiamo metterle a rischio con un cambio immotivato della fonte di finanziamento? Al ministro abbiamo anche segnalato il rischio grave di suscitare un clima di sfiducia dei cittadini verso lo Stato, visto che si crea incertezza laddove noi sindaci avevamo assunto impegni rigorosi con le nostre comunità».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Il governo ridefinisce i fondi del Pnrr, alcune opere potrebbero non essere più finanziate e il Partito Democratico regionale lancia l’allarme. «Secondo il piano Fitto-Meloni, verrebbero definanziati, totalmente o parzialmente, misure per un ammontare complessivo di 15,9 miliardi di euro in Italia – hanno dichiarato i consiglieri durante la conferenza stampa -. Due i progetti su Novara: la riqualificazione delle palazzine di Sant’Agabio e i lavori di miglioramento sismico ed efficientamento energetico degli edifici».

«A Novara rischiano di saltare 40 milioni di euro su 109 promessi – ha affermato il consigliere comunale e segretario provinciale, Rossano Pirovano -. Ciò che più preoccupa è il silenzio del sindaco Canelli che si allinea al volere del governo e del suo capo: questo è inaccettabile. Se ci fosse stato un governo di un colore politico diverso sarebbe andato in piazza a stracciarsi le vesti».

«Che fine faranno i progetti anche alla luce degli sgomberi fatti a Sant’Agabio? – ha detto le consigliere Milù Allegra e Cinzia Spilinga – Se salta l’edilizia residenziale, salta anche il sistema, Dietro i progetti c’è la vita delle persone che evidentemente non viene presa in considerazione».

«I progetti che potrebbero non ricevere più il finanziamento sono tutti consultabili in modo trasparente sul portale nel ministero. – ha spiegato il consigliere e vice presidente del consiglio regionale, Daniele Valle -. Il governo vorrebbe comunicare all’Europa i progetti da definanziare e poi recuperarli con le risorse del prossimo settennato. Ma non è detto che questo sia possibile perché ci sarebbero modalità diverse di rendicontazione che imporrebbero gli enti locali di cominciare da capo. I cittadini hanno diritto di sapere nel dettaglio quali progetti potrebbero essere tagliati, il Piemonte è una delle regioni più penalizzate con 2 miliardi che potrebbero sfumare. C’è bisogno di un’azione forte dal territorio per accendere un faro su questa vicenda. Il presidente Cirio, invece, tace. In questi giorni ci sono nel nostro territorio Mattarella e Meloni per l’Italia delle Regioni: quale occasione migliore per parlare di questo argomento».

«Il governatore dovrebbe chiamare a raccolta gli amministratori locali, valutare le opere prioritarie e meritevoli e indirizzare i tagli – ha aggiunto il consigliere e segretario regionale del Pd, Domenico Rossi -. Dovrebbe avere il coraggio di fare un ragionamento non di consenso, ma di benessere per la comunità guardando ai prossimi quindici anni».

Preoccupazione, lo scorso 14 agosto, era stata espressa anche dal sindaco di Bari e presidente di Anci, Antonio De Caro: «Della proposta di definanziamento da parte del governo non si capisce la ragione e anche oggi non c’è stata alcuna spiegazione da parte del ministro. Parliamo di opere cruciali per le nostre città, interventi per le periferie che potranno risanare situazioni sociali ed economiche difficili: perché dobbiamo metterle a rischio con un cambio immotivato della fonte di finanziamento? Al ministro abbiamo anche segnalato il rischio grave di suscitare un clima di sfiducia dei cittadini verso lo Stato, visto che si crea incertezza laddove noi sindaci avevamo assunto impegni rigorosi con le nostre comunità».

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