Lo scorso 21 ottobre, durante una conferenza stampa, il governatore Cirio aveva annunciato l’immediata disponibilità del servizio di prenotazione in farmacia per i tamponi rapidi: test a pagamento prenotabili dai singoli cittadini con l’invio, da parte della farmacia stessa, di un infermiere a domicilio per l’esecuzione; tempo dell’esito circa 15 minuti.
Il 27 ottobre dei tamponi non c’era traccia e il presidente dell’associazione Titolari Farmacia della provincia di Novara Enrico Luoni aveva detto a La Voce: «Abbiamo chiesto spiegazioni alla Regione, ma a oggi non sanno dare risposte sulle tempistiche. Sappiamo che sono stati arruolati trecento infermieri per effettuare il test a domicilio, però manca il materiale per effettuarlo».
Oggi, martedì 3 novembre, si scopre che i tamponi non solo non ci sono, ma non arriveranno mai. A confermare la situazione sempre Luoni: «Giovedì abbiamo ricevuto una comunicazione in cui la Regione dice di aver annullatto la convenzione con le farmacie. Pare che i trecento infermieri arruolati siano stati destinati in ambienti ospedalieri; sono state create aspettative e poi disattese. In farmacia resta, comunque, la possibilità di effettuare il test sierologico per il tracciamento di eventuali positivi».
La scorsa settimana la direttrice generale dell’Asl Arabella Fontana ha dichiarato che l’azienda aveva acquistato circa 31.000 tamponi rapidi da destinare ove possibile in modo particolare nelle scuole scuole. Ma questo è un altro percorso.
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