Durante la conferenza stampa di presentazione della seconda parte di stagione del Teatro Coccia, che si è tenuta la scorsa settimana, il presidente della Fondazione Fabio Ravanelli, ha dichiarato: «Ci portiamo dietro un fardello di indebitamento da oltre dieci anni. Abbiamo elaborato un piano industriale per chiudere la questione. Prima di agosto andrà in porto». (leggi qui)
Parole a cui il gruppo consiliare del Partito Democratico ha voluto replicare: «Per dovere di cronaca, ricordiamo che nel 2011, quando la giunta Ballarè si insediò dopo dieci anni ininterrotti di governo leghista, la situazione al Coccia era decisamente drammatica: casse vuote e una montagna di debiti. Tant’è che l’ipotesi della chiusura del Teatro era tra quelle possibili. I conti sotto la gestione dell’allora sovraintendente Carlo Pesta, da cui era emerso un buco importante (sanato con l’avvento della nuova gestione di Renata Rapetti), erano finiti sotto la lente della Procura della Repubblica, ma senza alcuna conseguenza per i vertici dell’ente».
«Pur confidando nelle virtù del presidente, ci sembra decisamente azzardato giungere alla conclusione che ad agosto tutto si risolverà – aggiungono i consiglieri -. Noi aspettiamo di conoscere nel dettaglio il piano industriale che Ravanelli potrà illustrare nel corso della prevista audizione presso la competente commissione consiliare. Per ora, constatiamo che il nuovo statuto non è ancora operativo nonostante il consiglio comunale l’abbia approvato il 24 luglio 2018».